I lanci dei satelliti OCO e Glory fallirono a causa delle forniture difettose di un appaltatore

Il satellite OCO al decollo su un razzo Taurus XL (Foto NASA)
Il satellite OCO al decollo su un razzo Taurus XL (Foto NASA)

Il Launch Services Program (LSP) della NASA ha reso note le conclusioni di una lunga indagine sul fallimento dei lanci dei suoi satelliti OCO e Glory avvenuti nel 2009 e 2011. In entrambi i casi l’ogiva in cima ai razzi che proteggeva i satelliti non si era separata e il peso extra aveva causato la ricaduta dei satelliti. Le indagini hanno evidenziato falsificazioni da parte dell’appaltatore Sapa Profiles, Inc. (SPI) che aveva fornito materiali difettosi con false certificazioni. L’indagine ha coinvolto il Dipartimento di Giustizia degli USA.

Le missioni OCO (Orbiting Carbon Observatory) e Glory erano collegate a ricerche sul clima e sull’ambiente terrestre, la prima concentrata su rilevazioni di anidride carbonica nell’atmosfera e la seconda con uno spettro più ampio di rilevazioni di solfati e altri aerosol.

In entrambe le missioni un razzo vettore Taurus XL dell’allora Orbital Sciences, che dopo alcune acquisizioni è diventata parte di Northrop Grumman, venne usato per il lancio ma con altrettanti fallimenti. Il 24 febbraio 2009 nel lancio di OCO e il 4 marzo 2011 nel lancio di Glory l’ogiva che proteggeva i satelliti non si separò: essa serve nella prima parte del volo ma quando l’atmosfera diventa rarefatta il suo peso va eliminato. In queste due missioni il meccanismo di separazione non funzionò e il peso extra provocò la ricaduta dei satelliti e la conseguente distruzione.

All’epoca le indagini sulle cause delle due disgrazie non riuscirono ad accertare i motivi dei fallimenti nei meccanismi che dovevano portare alla separazione dell’ogiva ma l’SLP della NASA ha continuato a lavorarci sopra. Le conclusioni sono clamorose e nei lavori è stato coinvolto il Dipartimento di Giustizia degli USA perché la NASA è un ente finanziato con soldi pubblici perciò le falsificazioni che sono emerse costituiscono una frode nei confronti non solo dei clienti ma di tutti i cittadini.

Secondo le conclusioni, Hydro Extrusion Portland, Inc., conosciuta in precedenza come Sapa Profiles Inc. (SPI), assieme all’azienda madre Hydro Extrusion USA, LLC, conosciuta in precedenza come Sapa Extrusions Inc. (SEI), ha fornito ai suoi clienti, NASA inclusa, parti in alluminio che non rispettavano le caratteristiche richieste e certificate. Le sollecitazioni nel corso del volo di un razzo sono notevoli, se ci sono parti che non sono adatte a sopportarle il rischio di malfunzionamenti è elevato. Nel caso delle missioni NASA c’è stata la perdita di due satelliti del costo totale di oltre 700 milioni di dollari ma sono emerse falsificazioni a danno di altri clienti.

Le indagini sono rimaste riservate a lungo ma già nel 2015 la NASA sospese SPI dai contratti e propose che venisse bandita per tutti i contratti di enti nazionali. Oggi l’attuale Hydro Extrusion Portland, Inc. è bandita dai contratti dall’intero governo federale degli USA. L’azienda ha già patteggiato in alcune delle falsificazioni contestate accettando il pagamento di alcuni danni ma solo alcuni casi sono stati resi noti.

È triste dover riportare questo tipo di notizie, purtroppo missioni spaziali possono essere rovinate anche da aziende che tagliano le spese falsificando le certificazioni. Come anche dichiarato dalla NASA, anni di lavoro scientifico sono stati colpidi per questo motivo. Il satellite OCO è stato sostituito da OCO-2, lanciato il 2 luglio 2014, la missione di Glory è stata sostituita da altri strumenti, lavori importanti per il monitoraggio dell’ambiente che hanno richiesto altri anni di lavoro.

Il satellite Glory durante la preparazione (Foto NASA)
Il satellite Glory durante la preparazione (Foto NASA)

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