Le vibrazioni degli anelli di Saturno usate per ricostruire gli impatti sul pianeta


Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta una ricerca su variazioni nel campo gravitazionale del pianeta Saturno in seguito a vibrazioni interne. Yanqin Wu dell’Università di Toronto e Yoram Lithwick della Northwestern University hanno usato dati raccolti dalla sonda spaziale Cassini nel corso dei suoi passaggi ravvicinati agli anelli per studiare il fenomeno concludendo che le vibrazioni di Saturno sono state causate da impatti avvenuti nel passato che hanno fatto in qualche modo suonare il pianeta come una campana.

La missione Cassini è terminata il 15 settembre 2017 con la distruzione della sonda spaziale nell’atmosfera del pianeta Saturno lasciando in eredità un’enorme quantità di dati raccolti nel corso degli anni. In particolare, nel corso dell’ultima fase chiamata Gran Finale vennero compiute manovre che prima erano state considerate rischiose come passaggi ravvicinati agli anelli e tra il pianeta e gli anelli offrendo altre preziose informazioni su quelle straordinarie formazioni che a volte possono essere utili anche per scoprire qualcosa di nuovo su Saturno stesso. L’immagine (NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute) mostra una delle ultime fotografie degli anelli di Saturno scattate da Cassini, precisamente il 13 settembre 2017.

Questa nuova ricerca sfrutta la sismologia del pianeta Saturno usando gli effetti che le vibrazioni al suo interno hanno sul campo gravitazionale planetario e di conseguenza sulle particelle che costituiscono gli anelli, i quali sono stati usato come se fossero sismometri naturali. Probabilmente non tutte le vibrazioni hanno quell’origine ma le collisioni avvenute nel corso della storia del pianeta possono avere fatto suonare il sul cuore nel modo rilevato oggi.

C’è anche la possibilità che vibrazioni di quel tipo vengano generate da tempeste di sabbia che potrebbero essere generate a notevoli profondità all’interno di Saturno, a pressioni che possono essere diecimila volte superiori a quella sulla superficie terrestre. Quelle tempeste sono ancora teoriche ma non sono ancora state trovate prove della loro effettiva esistenza perciò non è possibile stabilire se possano generare vibrazioni.

I complessi calcoli effettuati sulla base dei dati raccolti dalla sonda spaziale Cassini devono tener conto della presenza delle lune che orbitano all’esterno degli anelli. È una fase recente delle ricerche su Saturno che secondo gli autori potrebbe essere applicata alla ricostruzione della storia di altri pianeti. In questa ricerca è stata menzionata la situazione del pianeta Giove, che ha anelli sottili composti soprattutto di polveri. Le rilevazioni in atto da parte della sonda spaziale Juno della NASA potranno essere utili per provare a usare la sismologia anche su Giove.

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