Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta la scoperta di sei galassie con nuclei galattici attivi i quali hanno manifestato un notevole cambiamento nella loro luminosità nel giro di pochi mesi diventando quasar. Un team di ricercatori ha usato dati raccolti durante i primi nove mesi dell’indagine Zwicky Transient Facility (ZTF) per scoprire quelle galassie che erano state classificate come LINER, galassie piuttosto comuni che generalmente sono luminose ma ben lontane da quasar. Potrebbe trattarsi di un nuovo tipo di attività dei buchi neri supermassicci al centro di quelle galassie LINER.
L’acronimo LINER (Low-ionization nuclear emission-line region, regione nucleare a linee di emissione a bassa ionizzazione) indica in particolare un certo tipo di nucleo galattico che è stato individuato in circa un terzo delle galassie vicine. Si tratta di una classe che include oggetti ben diversi riguardo a luminosità e forma e ci sono varie discussioni sull’origine di quella luminosità e della ionizzazione rilevata nei loro nuclei.
L’indagine Zwicky Transient Facility (ZTF), che ha visto la cosiddetta prima luce il 1 novembre 2017, ha lo scopo di rilevare oggetti che cambiano rapidamente luminosità usando una nuova macchina fotografica montata sul telescopio Samuel Oschin all’Osservatorio Palomar in California. Nei primi mesi del 2018 sono state annunciate le prime scoperte, un asteroide di classe NEO (Near-Earth Object) e una cometa, ma la scoperta di sei galassie che hanno aumentato la loro luminosità in pochi mesi al punto da diventare quasar è molto più interessante.
L’immagine (A sinistra; immagine agli infrarossi e luce visibile): ESA/Hubble, NASA and S. Smartt (Queen’s University Belfast); (A destra; concetto artistico): NASA/JPL-Caltech)) mostra una galassia di classe LINER durante la sua normale attività a sinistra e in una sua rappresentazione artistica dopo essere diventata un quasar a destra.
Cambiamenti così repentini sono stati rilevati in galassie di Seyfert, le quali hanno nuclei galattici attivi. La sorpresa è stata rilevarli in galassie LINER, che generalmente hanno una luminosità e un’attività decisamente inferiori a quelle dei quasar. Sara Frederick dell’Università del Maryland, prima autrice dell’articolo, ha spiegato che è sorprendente che una galassia cambi il proprio aspetto in scale di tempo umane in cambiamenti molto più rapidi di quelli spiegabili con i modelli attuali per i quasar.
I ricercatori hanno usato il telescopio Discovery Channel Telescope per osservazioni mirate delle sei galassie scoperte. Esse hanno fornito la conferma che hanno buchi neri supermassicci attivi al loro centro, quelli che alimentano l’attività come quasar scaldando notevolmente materiali che orbitano attorno a essi. Tuttavia, solo i materiali più vicini emettono luce mentre normalmente i quasar scaldano quei materiali fino a distanze notevoli. È possibile che quell’attività del buco nero si stia allargando e in quel caso sarà possibile mappare lo sviluppo di quei nuovi quasar.
Lo studio del processo di transizione di quelle sei galassie proseguirà ancora per anni per capire se si tratti di un nuovo tipo di nuclei galattici attivi. La velocità di questo processo è straordinaria per questi fenomeni cosmici e aiuta lo studio di questi oggetti davvero estremi.