Resti di ghiacciai che hanno scolpito il territorio delle Deuteronilus Mensae su Marte


L’ESA ha pubblicato nuove immagini della regione del pianeta Marte chiamata Deuteronilus Mensae catturate dallo strumento High Resolution Stereo Camera (HRSC) della sonda spaziale Mars Espress che mostrano un territorio scolpito dai movimenti di ghiacciai che hanno creato formazioni come quelle conosciute come mesa. Si tratta di una regione particolarmente interessante perché già nel decennio scorso sono state scoperte tracce di ghiaccio ancora presente. In passato, in quell’area c’era forse una calotta regionale di cui le Deuteronilus Mensae rappresenta i resti.

Le Deuteronilus Mensae (Immagine ESA/DLR/FU Berlin, CC BY-SA 3.0 IGO) costituiscono una regione di confine tra i due emisferi di Marte studiata nel corso degli anni grazie alle rilevazioni compiute da varie sonde spaziali. Rilevazioni compiute nel 2008 dallo strumento SHAllow RADar (SHARAD) della sonda spaziale Mars Reconnaissance Orbiter della NASA avevano già fornito indicazioni della presenza di ghiaccio in parti di quella regione.

Un’antica calotta di ghiaccio potrebbe essersi formata nella regione delle Deuteronilus Mensae quando l’inclinazione dell’asse di Marte era molto diversa, un fenomeno dovuto al fatto che esso cambia notevolmente nel tempo perché le sue lune sono troppo piccole per mantenerlo stabile. Questi cambiamenti influenzano le condizioni ambientali con conseguenze sul clima. L’anidride carbonica ghiacciata può sublimare, finendo nell’atmosfera.

Una calotta di ghiaccio d’acqua può cambiare forma e spostarsi sotto il proprio peso, causando una notevole erosione sulla sua strada. Le mesa sono un tipo di formazione geologica che può essere creata sia sulla Terra che su Marte in seguito a processi di questo tipo. Sul pianeta rosso un particolare insieme di elementi geologici che includono canyon, mesa, scarpate e altro ancora esiste in alcune regioni ed è stato chiamato “terreno corroso” (in inglese “fretted terrain”).

La conformazione del territorio nelle Deuteronilus Mensae suggerisce che vi siano state parecchie fasi di glaciazione, anche in tempi geologicamente recenti, il che significa meno di un milione di anni fa. Molti crateri da impatto nella regione hanno bordi molto erosi e sono stati quasi completamente riempiti di materiali portati verso di essi e successivamente depositati da ghiacciai. In alcuni luoghi possono essere ancora visti come strutture circolari con basi piatte, in altri crateri solo il picco centrale sporge parzialmente dai sedimenti.

Oggi il ghiaccio è presente probabilmente solo nel sottosuolo delle Deuteronilus Mensae dopo che quello in superficie è evaporato o addirittura sublimato. Queste formazioni così giovani dal punto di vista geologico sono un cambiamento rispetto a quelle molto più antiche presenti in tante altre regioni di Marte, anche nelle vicinanze come in quella subito a sud, conosciuta come Arabia Terra, dove ci sono tracce di acqua che scorreva ben prima delle fasi di glaciazione delle Deuteronilus Mensae.

Forse in tante altre aree di Marte ci sono ancora grosse quantità di ghiaccio d’acqua nel sottosuolo, coperte da spessi strati protettivi di polvere e altri materiali. Alcune sono simili alle Deuteronilus Mensae e sono state già studiate, altre potrebbero essere più antiche e più erose o potrebbero avere un aspetto diverso a causa di diversi processi geologici.

Per capire meglio la storia di Marte e la sua trasformazione da un pianeta simile alla Terra a quello deserto di oggi l’ESA, assieme all’agenzia spaziale russa Roscosmos, sta portando avanti le varie fasi della missione ExoMars. La sonda spaziale Trace Gas Orbiter è in orbita attorno a Marte e nel 2021 è previsto l’arrivo del rover Rosalind Franklin assieme a una piattaforma scientifica.

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