
Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Supplement Series” riporta l’identificazione di cinque nuovi esopianeti, la rilevazione di otto candidati esopianeti che andranno verificati e la conferma di tre esopianeti rilevati in precedenza ma non ancora confermati. Un team di astronomi guidato da Fabo Feng e Paul Butler della Carnegie Institution for Science ha selezionato e rianalizzato dati accumulati nell’indagine condotta con lo strumento UVES montato sul VLT dell’ESO usando altri strumenti di verifica. Due dei nuovi esopianeti sono super-Terre nella zona abitabile del loro sistema, le prime di questo tipo che orbitano attorno a nane rosse a non essere in rotazione sincrona, un fattore positivo perché avere sempre giorno su una faccia e sempre notte sull’altra genera temperature estreme che abbassano le probabilità che vi nasca la vita.
L’indagine condotta con lo strumento UVES (Ultraviolet and Visual Echelle Spectrograph) montato sul VLT (Very Large Telescope) è stata condotta tra il 2000 e il 2007 per un rilascio dei dati nel 2009. Da allora sono stati compiuti molti progressi nella ricerca di esopianeti con altri strumenti ma i dati d’archivio possono tornare utili anche dopo parecchi anni per essere riesaminati con nuovi algoritmi o per esaminare dati relativi a possibili esopianeti con altri strumenti. In questo caso, i dati relativi a 33 nane rosse sono stati riesaminati e i ricercatori hanno usato altri tre strumenti per migliorarne la precisione: il Carnegie PFS (Planet Finder Spectrograph) all’Osservatorio Las Campanas, HARPS (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher) dell’ESO all’Osservatorio La Silla e HIRES (High Resolution Echelle Spectrometer) all’Osservatorio Keck. Paul Butler ha spiegato che combinando i dati di più telescopi aumenta il numero di osservazioni e il loro tempo totale e minimizza gli errori strumentali.
Distante quasi 40 anni luce dalla Terra, GJ180d è una delle super-Terre identificate, con una massa stimata in circa 7,5 volte quella della Terra e un anno della durata di circa 106 giorni terrestri. Ha una massa notevole ma è nella zona abitabile del suo sistema ed è abbastanza lontano dalla sua stella da non essere in rotazione sincrona. Si tratta della super-Terra più vicina a non essere in rotazione sincrona con la sua stella, un fattore che aumenta il suo potenziale di abitabilità perché ogni area sulla sua superficie ha un’alternanza di giorno e notte. Ciò significa chese ha un’atmosfera non vi sono estremi di caldo e freddo ai livelli dei pianeti sui quali è sempre giorno su una faccia e sempre notte sull’altra.
Distante circa 19 anni luce dalla Terra, GJ229Ac è l’altra super-Terra identificata, con una massa stimata in ben 7,9 volte quella della Terra e un anno della durata di circa 122 giorni terrestri. Il suo sistema è interessante perché la stella, con massa e dimensioni di poco superiori a metà di quelle del Sole, ha una nana bruna come compagna, GJ 229B, una delle prime nane brune confermate nel 1995. L’interesse è dato dal fatto che un sistema che dal punto di vista astronomico è nel vicinato offre la possibilità di studiare i processi di formazione ed evoluzione planetaria in sistemi binari con una nana bruna.
Questa ricerca offre anche conferme dell’esistenza di GJ 433 c, un super-nettuniano molto freddo in un sistema a quasi 30 anni luce dalla Terra. Le prime tracce erano state scoperte parecchi anni fa ma c’erano dubbi sulla sua esistenza. Potrebbe essere il primo candidato di questo tipo per essere fotografato direttamente.
La nuova analisi ha offerto risultati interessanti e permetterà ulteriori studi mirati. Conferma che le nane rosse possono essere obiettivi interessanti per la ricerca di esopianeti, anche se rimangono i dubbi dovuti al fatto che si tratta di stelle piccole ma spesso molto attive con potenti eruzioni. In futuro possiamo aspettarci nuove informazioni sugli esopianeti confermati e sui candidati.
