Comete

I punti dei vari atterraggi compiuti dal lander Philae sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” riporta una ricostruzione della traiettoria del lander Philae della missione Rosetta dell’ESA nel suo atterraggio sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Un team di ricercatori ha esaminato i dati raccolti dalla sonda spaziale Rosetta e dal lander Philae per scoprire dove quest’ultimo aveva compiuto il secondo rimbalzo sulla cometa, che venne seguito da ulteriori rimabalzi prima di poggiarsi definitivamente. Lo studio ha anche mostrato che i materiali colpiti contengono un’abbondante quantità di ghiaccio soffice come neve appena posata, al punto da essere definito più soffice della schiuma di un cappuccino.

Schema del lavoro dello strumento CONSERT

Un articolo pubblicato sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” riporta uno studio che indica che l’interno del nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko è poroso e meno denso della sua superficie. Un team di ricercatori ha riesaminato dati raccolti dallo strumento CONSERT della sonda spaziale Rosetta dell’ESA e del suo lander Philae. I segnali scambiati tra di essi attraverso il nucleo cometario si sono propagati a diverse velocità, indicando una densità variabile del suo interno. Ciò suggerisce che le radiazioni solari abbiano modificato la superficie, rendendola meno porosa.

La cometa C/2020 F3 NEOWISE vista dalla Terra e la sua chioma vista da Hubble (Immagine NASA, ESA, Q. Zhang (California Institute of Technology), A. Pagan (STScI), and Z. Levay)

Il telescopio spaziale Hubble è stato usato per osservare la cometa NEOWISE, formalmente C/2020 F3, che mostra in particolare la chioma che circonda il suo nucleo. Le immagini pubblicate sono state catturate l’8 agosto e si tratta delle prime fotografie scattate da Hubble di una cometa così brillante a una risoluzione così elevata dopo il suo passaggio vicino al Sole. Il 3 luglio, NEOWISE è passata a circa 43 milioni di chilometri dal Sole, il momento più critico perché a volte le comete vengono fatte a pezzi. Le nuove immagini mostrano che stavolta la cometa è sopravvissuta tutta intera e tornerà nel sistema solare interno solo fra 7.000 anni.

La cometa interstellare 2I/Borisov vista da ALMA

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Astronomy” riporta uno studio sulla cometa interstellare 2I/Borisov concentrato in particolare sulla sua composizione chimica che ne mette in luce l’abbondanza di monossido di carbonio e di acido cianidrico. Un team di ricercatori guidato da Martin Cordiner e Stefanie Milam del Goddard Space Flight Center della NASA ha usato il radiotelescopio ALMA per esaminare le emissioni della cometa rilevando che il monossido di carbonio è presente nella sua chioma in una quantità che è tra 9 e 26 volte quella stimata per le comete del sistema solare. Ciò suggerisce che si sia formata in un’area molto fredda del suo sistema d’origine.

Sali di cloruro d’ammonio (Foto cortesia Universtà di Berna)

Due articoli pubblicati sulla rivista “Nature Astronomy” riportano i risultati di altrettante analisi di dati raccolti dalla sonda spaziale Rosetta dell’ESA che rivelano la presenza di composti come i sali di ammonio sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Un team di ricercatori guidato da Kathrin Altwegg dell’Università di Berna, in Svizzera, ha analizzato i dati cercando di capire i motivi della scarsità di azoto sulla cometa concludendo che in realtà la sua presenza sia difficile da rilevare perché una parte è legata a sali di ammonio. Questi sali sono tra i mattoni di molecole che includono alcuni precursori della vita come urea e glicina, già trovati sulla cometa. Un altro team ha invece scoperto nei dati tracce di composti alifatici, considerati essenziali per la vita sulla Terra, sulla cometa.