Stelle

Area attorno al nucleo galattico (Immagine cortesia Alex Mellinger)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” descrive la scoperta di una nuova famiglia di stelle al centro della Via Lattea insolitamente ricche di azoto. Un team di astronomi della Liverpool John Moores University (LJMU) ha effettuato questa scoperta lavorando al progetto APOGEE (the Apache Point Observatory Galactic Evolution Experiment), che ha lo scopo di raccogliere dati agli infrarossi di centinaia di migliaia di stelle nella Via Lattea.

Cygnus X-3 e piccola amica (Immagine raggi X: NASA/CXC/SAO/M.McCollough et al, Radio: ASIAA/SAO/SMA)

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” descrive una ricerca su Cygnus X-3, un sistema binario composto da una stella massiccia consumata lentamente dalla compagna, un buco nero o una stella di neutroni che le sta sottraendo gas in continuazione. Un team di ricercatori ha utilizzato il Chandra X-ray Observatory della NASA e lo Smithsonian’s Submillimeter Array (SMA) per rilevare le emissioni generate da Cygnus X-3, riflessi da una nube di formazione stellare.

Illustrazione di OGLE-2015-BLG-1319: in grigio i dati raccolti da telescopi al suolo, in blu quelli raccolti da Swift e in rosso quelli raccolti da Spitzer (Immagine NASA/JPL-Caltech)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Astrophysical Journal” descrive lo studio di una nana bruna che orbita attorno a una stella di classe K possibile grazie a un evento di microlente gravitazionale. Un team internazionale di astronomi ha utilizzato i telescopi spaziali Spitzer e Swift della NASA per approfittare di quell’evento, catalogato come OGLE-2015-BLG-1319, a una distanza dalla sua stella in cui erano stati trovati così pochi di quegli oggetti da chiamarla deserto delle nane brune.

Il sistema di RX J1615 (Immagine ESO, J. de Boer et al.)

Tre articoli accettati per la pubblicazione sulla rivista “Astronomy and Astrophysics” descrivono altrettante ricerche su sistemi stellari in fase di formazione. Le ricerche sono state condotte da diversi team di astronomi ma hanno in comune l’utilizzo dello strumento SPHERE montato sul VLT (Very Large Telescope) dell’ESO, che ha permesso di rilevare dettagli mai visti prima dei dischi protoplanetari attorno alle giovani stelle RX J1615, HD 97048 e HD 135344B.

Vari pilastri della Nebulosa Carena (Immagine ESO/A. McLeod)

Un articolo accettato per la pubblicazione sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” descrive una ricerca sulle vaste strutture colonnari nella Nebulosa Carena. Un team guidato da Anna McLeod, studentessa di dottorato all’ESO, ha usato lo strumento MUSE installato sul VLT (Very Large Telescope) dell’ESO per esaminare queste strutture che sono state soprannominate “pilastri della distruzione” per certe similitudini con i “Pilastri della Creazione” fotografati dal telescopio spaziale Hubble.