Stelle

Immagine della stella VY Canis Majoris catturata dallo strumento SPHERE del VLT (Foto ESO)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Astronomy & Astrophysics” descrive uno studio sulla stella VY Canis Majoris, una delle più grandi della Via Lattea. Lo strumento SPHERE montato sul VLT (Very Large Telescope) dell’ESO ha permesso di ottenere immagini molto dettagliate di questa stella permettendo di studiare la polvere che la circonda e la notevole massa che perde nel tempo emettendola.

La Nebulosa della Tarantola con le pulsar PSR J0540-6919 e PSR J0537−6910 cerchiate (Immagine NASA's Goddard Space Flight Center; background: ESO/R. Fosbury (ST-ECF))

Un articolo pubblicato sulla rivista “Science” descrive lo studio della prima pulsar che mette raggi gamma scoperta al di fuori della Via Lattea. Catalogata come PSR J0540-6919, fa parte di un’area ricca di stelle conosciuta come Nebulosa della Tarantola o 30 Doradus, all’interno della Grande Nube di Magellano, una piccola galassia satellite della Via Lattea. L’emissione di raggi gamma da questa pulsar è stata individuata dal LAT (Large Area Telescope), uno degli strumenti del telescopio spaziale per raggi gamma Fermi.

Rappresentazione artistica di una gigante rossa con un campo magnetico interno (Immagine cortesia Rafael A. García (SAp CEA), Kyle Augustson (HAO), Jim Fuller (Caltech) & Gabriel Pérez (SMM, IAC), Photograph from AIA/SDO)

Un articolo pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista “Science” descrive una ricerca che ha usato la tecnica dell’astrosismologia per stimare l’intensità dei campi magnetici nelle vicinanze dei nuclei di alcune giganti rosse. Ciò ha permesso di stabilire che la loro intensità può essere anche 10 milioni di volte superiore al campo magnetico della Terra. È la prima volta che gli scienziati sono riusciti a indagare all’interno di questo tipo di stella.

Rappresetnazione artistica della coppia VFTS 352 (Immagine ESO/L. Calçada)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Astrophysical Journal” descrive una ricerca su una coppia di stelle davvero particolare. Il sistema binario chiamato VFTS 352 è infatti composto da due stelle che si toccano e queste stelle sono le più grandi finora scoperte in questa situazione. Un team internazionale di astronomi ha usato il VLT (Very Large Telescope) dell’ESO per osservare questa stella doppia, anche per cercare di capire che tipo di evoluzione potrebbe avere.

Concetto artistico degli innumerevoli pianeti come la Terra che devono ancora nascere (Immagine NASA, ESA, and G. Bacon (STScI))

Un articolo appena pubblicato sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” descrive una ricerca sulla storia e sul futuro della formazione di pianeti simili alla Terra. Un team guidato da Peter Behroozi dello Space Telescope Science Institute (STScI) ha utilizzato dati raccolti dai telescopi spaziali Hubble e Kepler per valutare il ritmo di formazione di pianeti di tipo terrestre. La conclusione è che solo l’8% dei pianeti potenzialmente abitabili esisteva quando è nato il nostro sistema solare.