Stelle

Le pulsar Geminga e PSR B0355+54 con le illustrazioni dei loro plerioni (Immagine X-ray: NASA/CXC/PSU/B.Posselt et al; Infrared: NASA/JPL-Caltech; Illustration: Nahks TrEhnl)

Due articoli pubblicati sulla rivista “The Astrophysical Journal” descrivono ricerche su altrettante pulsar che permettono di capire meglio la geometria del plasma nelle loro vicinanze. Due team indipendenti hanno usato il telescopio spaziale Chandra della NASA per studiare le pulsar Geminga, conosciuta anche come PSR B0633+17, e PSR B0355+54 raccogliendo informazioni sulle nubi di particelle ad alta energia chiamate in gergo plerioni generate dalle pulsar.

Il disco solare visto da ALMA (Immagine ALMA (ESO/NAOJ/NRAO))

Sono state pubblicate le prime immagini del Sole generate da osservazioni effettuate utilizzando il radiotelescopio ALMA. Si tratta della prima volta che il più grande radiotelescopio del mondo è stato utilizzato in questo modo e ciò rappresenta l’inizio di un’importante espansione dell’utilizzo di ALMA. I primi risultati sono dettagli della cromosfera del Sole come una macchia solare grande il doppio della Terra.

Gli elementi della vita

Al 229° Meeting della American Astronomical Society tenuto nei giorni scorsi, astronomi del progetto SDSS/APOGEE hanno annunciato i risultati di uno studio che ha riguardato oltre 150.000 stelle della Via Lattea. Ogni stella è stata analizzata per determinare la quantità di quasi due dozzine di elementi chimici, inclusi carbonio, idrogeno, azoto, ossigeno, fosforo e zolfo, quelli che formano i mattoni della vita.

Concetto artistico di pulsar (Immagine NASA/JPL-Caltech)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Astrophysical Journal Letters” descrive una ricerca, presentata anche nei giorni scorsi al meeting della American Astronomical Society, sulla pulsar conosciuta come PSR J1119-6127. Scoperta oltre 16 anni fa, recentemente ha manifestato comportamenti tipici di una magnetar, un diverso tipo di stella di neutroni. Questa stranezza potrebbe aiutare a comprendere il legame tra pulsar e magnetar e l’evoluzione delle stelle di neutroni.

Una vista d'insieme della nube molecolare di Orione A (Immagine ESO/VISION survey)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Astronomy & Astrophysics” descrive la vista più dettagliata della nube molecolare chiamata Orione A, una delle due gigantesche nubi molecolari nel complesso nebuloso molecolare di Orione. Un team di ricercatori l’ha creata mettendo assieme immagini agli infrarossi ottenute dall’indagine VISION (Vienna Survey in Orion) con il telescopio VISTA dell’ESO rivelando molte giovani stelle e altri oggetti in genere nascosti all’interno delle nubi di polvere.