Lockheed Martin presenta il progetto di sistema di cargo spaziale Jupiter / Exoliner

Concetto artistico che mostra il rimorchiatore spaziale Jupiter assieme al modulo cargo Exoliner e il braccio robotico di servizio vicino alla Stazione Spaziale Internazionale (Immagine cortesia Lockheed Martin. Tutti i diritti riservati)
Concetto artistico che mostra il rimorchiatore spaziale Jupiter assieme al modulo cargo Exoliner e il braccio robotico di servizio vicino alla Stazione Spaziale Internazionale (Immagine cortesia Lockheed Martin. Tutti i diritti riservati)

Lockheed Martin ha annunciato il progetto della propria navicella spaziale privata che sarà tra i contendenti per ottenere il prossimo contratto di trasporto di carichi verso la Stazione Spaziale Internazionale per conto della NASA chiamato Commercial Resupply Services-2 (CRS-2). L’azienda propone una soluzione più sofisticata rispetto alle concorrenti perché non si tratta semplicemente di un cargo spaziale bensì di una combinazione di un rimorchiatore spaziale, chiamato Jupiter, riutilizzabile e di un modulo cargo chiamato Exoliner.

Questa soluzione è il frutto dell’unione di varie tecnologie già esistenti e il progetto di Lockheed Martin prevede la possibilità di usare il sistema Jupiter / Exoliner anche per missioni nello spazio profondo. Competere per il contratto CRS-2 è solo il primo utilizzo che esso avrebbe ma i piani sono a lungo termine, anche per missioni spaziali private.

Il rimorchiatore spaziale Jupiter deriva dalle tecnologie utilizzate per la sonda spaziale MAVEN, costruita per conto della NASA proprio da Lockheed Martin. Il modulo cargo Exoliner deriva dalle navicelle ATV dell’ESA, il cui progetto è già stato modificato per il modulo di servizio della navicella spaziale Orion della NASA. Questo sistema utilizzerà per i lanci gli affidabilissimi razzi vettori Atlas V della ULA (United Launch Alliance), una joint venture della stessa Lockheed Martin con Boeing.

La differenza rispetto alle soluzioni delle aziende concorrenti è il funzionamento di questo sistema. In parole povere, nel caso di rifornimenti alla Stazione Spaziale Internazionale, il rimorchiatore Jupiter potrà essere riutilizzato per un numero indeterminato di volte per gestire il trasporto di nuovi moduli cargo Exoliner. Jupiter può essere lanciato una sola volta, rimanere in orbita e da lì trasportare gli Exoliner.

Se Lockheed Martin otterrà il contratto, il rimorchiatore Jupiter verrà lanciato assieme al primo modulo cargo Exoliner e raggiungerà la Stazione Spaziale Internazionale, trasportando fino a 6.500 kg tra carichi pressurizzati e non pressurizzati. L’Exoliner verrà svuotato e riempito di spazzatura, quando verrà il momento ripartità e nel frattempo un altro Exoliner verrà lanciato.

Nello spazio, il rimorchiatore Jupiter userà un braccio robotico derivato da quello usato dagli Space Shuttle e sulla Stazione Spaziale Internazionale per scambiare i due Exoliner. Quello pieno di nuovi carichi potrà essere trasportato verso la Stazione per un nuovo rifornimento. L’Exoliner pieno di spazzatura verrà collegato al Centaur, l’ultimo stadio del razzo Atlas V ed entrambi precipiteranno nell’atmosfera, disintegrandosi.

Questo sistema permette di riutilizzare il rimorchiatore Jupiter, che è dotato di tutti i sistemi di volo molto sofisticati tipici delle odierne navicelle spaziali. Si tratta di apparecchiature che sono anche molto costose perciò utilizzare un solo Jupiter per una quantità indeterminata di missioni costituirebbe già un risparmio, anche perché rimarrebbe in orbita e il costo del lancio sarebbe anch’esso inferiore perché verrebbe lanciato solo il modulo cargo Exoliner.

Il progetto di Lockheed Martin è ambizioso sia per il sistema sofisticato sia per le possibilità di utilizzo per qualsiasi tipo di missione di rifornimento in orbita. Se i progetti di altre stazioni spaziali, anche commerciali, e perfino hotel spaziali, diventeranno una realtà, il sistema Jupiter / Exoliner potrebbe essere pronto per rifornirli.

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