Aree ghiacciate sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko

Sei delle aree ghiacciate sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko individuate dalla sonda spaziale Rosetta (Immagine ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)
Sei delle aree ghiacciate sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko individuate dalla sonda spaziale Rosetta (Immagine ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)

La macchina fotografica OSIRIS (Optical, Spectroscopic, and Infrared Remote Imaging System) della sonda spaziale Rosetta dell’ESA ha permesso di identificare 120 aree ghiacciate sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Uno studio della presenza del ghiaccio è stato appena pubblicato sulla rivista “Astronomy & Astrophysics”. Quella presenza era ben conosciuta ma le osservazioni da parte di Rosetta hanno permesso capire le fasi di trasformazione in gas, quanto di esso formi chioma e coda della cometa e quanto ricade sulla superficie.

Una delle caratteristiche di base delle comete sta nell’essere ricche di acqua ghiacciata. Quando si avvicinano al Sole, il ghiaccio comincia a sublimare, trasformandosi in gas che si allontana dalla superficie formando la chioma e la coda che fanno dell’osservazione della cometa un grande spettacolo.

Quando l’acqua sublima, il gas che viene emesso dalla superficie porta con sé anche particelle di polvere che erano avvolte nel ghiaccio. Parte della polvere ricade sulla superficie, coprendo le aree ghiacciate. Se ce n’è abbastanza, solo una piccola parte della superficie ghiacciata rimane direttamente esposta. Ciò spiega perché la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko ma anche altre osservate da sonde spaziali siano così scure.

Questa ricerca è stata condotta quando la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko era ancora abbastanza lontana dal Sole perciò il ghiaccio sublimava a un ritmo molto inferiore a quello attuale. Nonostante ciò, le aree ghiacciate individuate erano grandi pochi metri ed erano poco illuminate dal Sole.

Gli scienziati che hanno condotto la ricerca hanno anche effettuato un esperimento in laboratorio riproducendo condizioni simili a quelle della superficie di una cometa. Ghiaccio d’acqua mischiato a vari minerali è stato esposto a una luce che l’ha fatto sublimare. Il risultato è stato che dopo qualche ora si è formato un sottile strato di materiale scuro che ha coperto il ghiaccio.

Altri strumenti della sonda spaziale Rosetta hanno mostrato che dalla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko vengono emessi anche anidride carbonica e monossido di carbonio. Essi sublimano a temperature più basse dell’acqua perciò si disperdono più rapidamente.

L’attività sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko è aumentata con il suo avvicinarsi al Sole perciò le ricerche continueranno, sperando di poter ricevere anche dati dal lander Philae, che si è risvegliato. La missione Rosetta è stata prolungata dall’ESA fino alla fine di settembre 2016 e ciò permetterà di ottenere ancor più dati su questi oggetti che hanno portato almeno parte dell’acqua esistente sulla Terra.

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