È terminata la missione dell’osservatorio spaziale giapponese Suzaku

Il satellite Astro-E2, poi diventate Suzaku, durante la fase di test (Foto NASA)
Il satellite Astro-E2, poi diventate Suzaku, durante la fase di test (Foto NASA)

Nei giorni scorsi, l’osservatorio spaziale giapponese Suzaku è stato disattivato. Il 26 agosto 2015 la JAXA, l’agenzia spaziale giapponese, aveva comunicato la decisione di terminare la missione di questo satellite specializzato nell’astronomia per i raggi X. Le comunicazioni tra il centro controllo missione e Suzaku erano diventate intermittenti dal 1 giugno 2015 e la JAXA, dopo aver tentato di ripristinarle, ha deciso di iniziare le procedure di disattivazione.

L’osservatorio spaziale Suzaku era conosciuto in origine come ASTRO-EII o Astro-E2, una missione della JAXA a cui hanno collaborato anche istituzioni americane, inclusa la NASA. È il secondo satellite di questo tipo ma il primo, ASTRO-E, era andato perduto a causa di un guasto avvenuto poco dopo il decollo al razzo vettore M-V-4 su cui era stato lanciato il 10 febbraio 2000.

Il satellite ASTRO-EII, identico al precedente, è stato lanciato con successo il 10 luglio 2005 su un razzo vettore M-V-6. Com’è nella tradizione giapponese, dopo la messa in orbita gli è stato dato un nuovo nome, Suzaku, il mitico uccello rosso del sud. Purtroppo lo spettrometro per i raggi X XRS ha funzionato solo per poche settimane perché aveva bisogno di essere raffreddato dall’elio liquido presente in un serbatoio ma un guasto al sistema di raffreddamento ne ha determinato la fuoriuscita.

Nonostante i problemi, la missione Suzaku è andata avanti per quasi dieci anni perché gli altri due strumenti erano in grado di funzionare senza raffreddamento. Le osservazioni sono state concentrate su supernove, buchi neri e ammassi galattici. In origine, la missione doveva durare due anni ma è stato possibile estenderla fino ai recenti malfunzionamenti.

La missione Suzaku è stata importante per le ricerche sulla formazione dell’universo e sui buchi neri. Tuttavia, il deterioramento delle batterie del satellite hanno reso sempre più difficile il suo uso e i recenti problemi di comunicazione hanno convinto la JAXA che era arrivato il momento di terminare la missione.

Nei giorni scorsi, sono stati inviati i comandi di spegnimento dei sistemi del satellite Suzaku, necessari per evitare qualsiasi rischio di sbalzi elettrici con possibili esplosioni. Il satellite orbita a circa 550 chilometri di altitudine e dovrebbe ricadere lentamente nell’atmosfera per disintegrarsi non prima del 2020. Il suo successore, chiamato per ora ASTRO-H e in origine NeXT (New X-ray Telescope), dovrebbe essere lanciato alla fine del 2015 o all’inizio del 2016.

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