La sonda spaziale TGO e il lander Schiaparelli di ESA e Roscosmos sono stati lanciati su un razzo vettore Proton-M dal cosmodromo kazako di Baikonur. Dopo circa 10 minuti lo stadio superiore Breeze M si è separato e ha cominciato le dieci ore e mezza di manovre che li porterà fuori dall’orbita terrestre e nella traiettoria verso il pianeta Marte.
Il programma ExoMars è nato inizialmente come una collaborazione tra ESA e NASA ma a causa di problemi di budget l’agenzia americana ha dovuto ritirarsi dal progetto. A quel punto, l’agenzia spaziale russa Roscosmos è subentrata e ha fornito i razzi vettori per i lanci e alcuni strumenti. La navicella, il lander e gli altri strumenti sono stati sviluppati dalle varie nazioni parte dell’ESA con un forte contributo italiano.
Il programma ExoMars è composto da due missioni che hanno lo scopo di esplorare in vari modi il pianeta Marte per capire se vi siano mai esistite forme di vita. Quella lanciata oggi è la prima missione, composta dalla sonda spaziale Trace Gas Orbiter (TGO), che ha lo scopo di studiare Marte dalla sua orbita, e dal lander Schiaparelli, che ha lo scopo di testare alcune tecnologie che serviranno per missioni successive a cominciare dalla seconda ExoMars, che comprende un rover e una piattaforma scientifica di superficie.
Precedenti rilevazioni hanno già dimostrato che su Marte è presente una piccola quantità di metano, il problema è stabilirne l’origine. Sulla Terra il metano viene creato da processi biologici ma esistono anche processi chimici di natura non-biologica in grado di produrlo. Alcuni processi geologici come l’ossidazione di alcuni metalli possono portare al rilascio di metano e sono considerati tra le ipotesi per spiegare la fonte del metano presente sul pianeta rosso.
Il TGO è dotato di una serie di strumenti molto sofisticati per monitorare la presenza di metano ma anche di altri gas come vapore acqueo, ossidi di idrogeno e sostanze come l’acetilene in maniera più accurata rispetto alle sonde spaziali inviate nel passato. Le misurazioni delle variazioni stagionali permetteranno di migliorare i modelli dell’atmosfera marziana, un ulteriore aiuto per capire meglio la sua evoluzione.
Il lander Schiaparelli testerà le tecnologie europee di atterraggio su Marte con uno scudo termico che lo proteggerà dall’attrito, un paracadute e un sistema di propulsori per rallentarne la discesa. Una struttura prodotta appositamente avrà lo scopo di attutire l’impatto con il suolo marziano.
L’area scelta per l’atterraggio del lander Schiaparelli si chiama Meridiani Planum. Anche se la missione principale è quella di testare i sistemi che verranno usati per far atterrare il rover che costituirà la seconda missione del programma ExoMars, Schiaparelli è dotato di alcuni strumenti che rileveranno dati durante la discesa nell’atmosfera di Marte e dopo l’atterraggio. Tuttavia, questa fase durerà solo fino all’esaurimento delle batterie.
Il rover dovrebbe essere lanciato nella prossima finestra utile per i lanci verso Marte, più o meno nel maggio 2018. Tuttavia, ci sono dubbi sul fatto che possa essere pronto e in caso negativo bisognerà attendere altri due anni abbondanti, probabilmente l’estate 2020. Intanto, se tutto andrà bene, il TGO e Schiaparelli raggiungeranno Marte nell’ottobre 2016.
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