Ci sono poche speranze di recuperare il telescopio spaziale Hitomi

Diagramma dei sistemi del telescopio spaziale Hitomi (Immagine NASA)
Diagramma dei sistemi del telescopio spaziale Hitomi (Immagine NASA)

L’agenzia spaziale giapponese JAXA ha analizzato i dati raccolti sul telescopio spaziale Hitomi, già conosciuto come Astro-H, per cercare di capire il motivi per cui solo sporadici segnali sono stati ricevuti dal satellite dal 26 marzo. L’ipotesi più plausibile è che abbia perso l’assetto a causa di alcuni dati non validi e i suoi propulsori di manovra non abbiano corretto il problema a causa di regolazioni inadatte. La prospettiva è grama ma ci sono ancora speranze di salvare Hitomi.

Il lancio del telescopio spaziale Astro-H avvenuto il 17 febbraio 2016 aveva avuto successo e, nella tradizione giapponese, a quel punto gli era stato dato il nome Hitomi, che in giapponese significa “occhio” o “pupilla”. I test sembravano procedere bene fino al 26 marzo, quando uno dei contatti programmati è risultato nel silenzio da parte del satellite.

I tentativi di collegamento hanno ottenuto solo la ricezione di alcuni segnali nei giorni successivi e osservazioni dal suolo hanno notato la presenza di cinque detriti separati da Hitomi, un segnale non certo positivo. Gli ingegneri della JAXA hanno potuto usare solo i dati telemetrici disponibili, quelli precedenti al silenzio, per cercare di capire cosa sia successo al telescopio spaziale.

Secondo la ricostruzione, il 25 marzo uno dei sistemi di bordo di Hitomi, l’Inertial Reference Unit (IRU), ha rilevato un rollio inesistente. In mancanza di altri dati sull’assetto del satellite, il sistema ha tentato di compensare il rollio utilizzando anche le ruote di reazione con la conseguenza che esso ha cominciato a ruotare su se stesso. Raggiunta la saturazione delle ruote di reazione, Hitomi è passato al cosiddetto “safe mode”, in cui è programmato per usare il suo Sensore Solare per determinare la sua posizione e riprendere l’assetto.

Qualcosa non ha funzionato e i propulsori di manovra sono stati attivati, aumentando la rotazione di Hitomi. Questi eventi fanno pensare gli ingegneri della JAXA che alcuni sistemi non erano stati programmati correttamente e la conseguenza è stata una catena di eventi che ha peggiorato la situazione di Hitomi invece di riportarla alla normalità. Tra i detriti ci possono essere pezzi di pannelli solari e ciò costituisce un ulteriore problema perché per Hitomi è diventato ancor più difficile raccogliere energia e le sue batterie di bordo si sono probabilmente scaricate.

La JAXA e la NASA, che ha fornito uno degli strumenti di Hitomi, hanno effettuato alcune osservazioni prima che le comunicazioni si interrompessero. Tuttavia, si è trattato di alcuni test di calibrazione degli strumenti, ben poco rispetto a una missione prevista di almeno 3 anni con possibili estensioni.

Se la missione Hitomi dovesse fallire, sarebbe un brutto colpo per la JAXA e in generale per l’astronomia a raggi X perché in particolare lo strumento Soft X-ray Spectrometer (SXS) è stato costruito come parte di uno sviluppo tecnologico che dovrebbe portare progressi in questo campo. Se sarà impossibile usare questo strumento ci saranno probabilmente anni di ritardo in questi progressi.

La JAXA non ha abbandonato le speranze di recuperare almeno parzialmente il telescopio spaziale Hitomi ma la situazione è davvero brutta. Tutti i tentativi possibili verranno fatti per riprendere le comunicazioni con Hitomi e, in caso di successo, verrà effettuata un’analisi dei danni e delle possibilità di usare gli eventuali strumenti funzionanti. Nel migliore dei casi, ci vorranno mesi tra pianificazioni, tentativi, analisi e quant’altro sia necessario ma alla JAXA tenteranno di tutto prima di dichiarare il fallimento della missione.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *