Confermata l’entrata nello spazio interstellare della sonda spaziale Voyager 2

Rappresentazione dell'eliosfera con la posizione delle Voyager (Immagine NASA/JPL-Caltech)
Rappresentazione dell’eliosfera con la posizione delle Voyager (Immagine NASA/JPL-Caltech)

La NASA ha confermato che la sua sonda spaziale Voyager 2 è entrata nello spazio interstellare. Gli strumenti ancora in funzione hanno confermato che è passata attraverso il confine esterno dell’eliosfera, chiamato eliopausa, dove l’influenza del vento solare termina incontrando particelle interstellari. Questi risultati sono stati presentati da membri del team della missione Voyager oggi al meeting dell’American Geophysical Union (AGU) tenuto a Washington in questi giorni.

All’inizio dell’ottobre 2018 la NASA aveva annunciato che lo strumento Cosmic Ray Subsystem (CRS) della sonda spaziale Voyager 2 aveva cominciato a rilevare un improvviso aumento di raggi cosmici, uno degli indizi che stava raggiungendo l’eliopausa. L’unica vera esperienza è quella accumulata negli anni scorsi quando la gemella Voyager 1 raggiunse lo spazio interstellare, un evento confermato nel 2013, ma la rotta delle due sonde è diversa, il momento nel ciclo solare è diverso e anche per questo motivo l’eliosfera non ha una dimensione fissa perciò ogni situazione fa storia a sé e quindi va valutata con attenzione.

Ora la sonda spaziale Voyager 2 è a circa 18 miliardi di chilometri dalla Terra e, come la gemella, funziona ancora in parte grazie a un generatore a radioisotopi. Rispetto alla sua gemella, ha il vantaggio che il suo strumento Plasma Science Experiment (PLS) funziona ancora e ciò è stato di notevole aiuto per gli scienziati della missione per avere altre rilevazioni dello spazio in cui sta viaggiando la Voyager 2. Fino a poco tempo fa, quello spazio conteneva soprattutto plasma proveniente dal Sole, il vento solare che crea l’eliosfera. Il 5 novembre PLS ha rilevato un brusco calo nella velocità delle particelle di vento solare e successivamente il flusso di vento solare attorno alla Voyager 2 è scomparso.

Le rilevazioni dello strumento PLS sono le prime di quel tipo ottenute a una distanza così elevata dalla Terra e costituiscono la prova più robusta che la sonda spaziale Voyager 2 è entrata nello spazio interstellare ma ci sono conferme anche da parte degli altri strumenti funzionanti. Il Cosmic Ray Subsystem (CRS), il Low Energy Charged Particle (LECP) e il Triaxial Fluxgate Magnetometer (MAG) stanno fornendo rilevazioni coerenti con quella conclusione.

Nicola Fox, direttrice della Heliophysics Division alla NASA, ha dichiarato che gli studi di eliofosica condotti grazie alle varie sonde spaziali e satelliti partono dal Sole e si estendono verso l’esterno. La conseguenza è che avere le Voyager che inviano informazioni sui confini dell’influenza solare fornisce una visione senza precedenti di un territorio del tutto nuovo che possono contribuire a conoscere meglio l’eliosfera.

La nube di Oort è molto più lontana dal Sole delle due sonde Voyager ed è considerata parte del sistema solare. Ciò significa che le Voyager sono nello spazio interstellare pur essendo ancora nel sistema solare. È una questione di definizioni che può ingenerare un po’ di confusione. Per gli scienziati è ancor di più un’occasione per studiare ancor meglio tutto ciò che è fuori dall’influenza del Sole grazie a queste sonde che continueranno ancora per anni a inviare informazioni.

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