È un successo il lancio del telescopio spaziale CHEOPS e del satellite Cosmo-SkyMed Seconda Generazione

CHEOPS e Cosmo-SkyMed Seconda Generazione al decollo su un razzo Soyuz (Immagine cortesia Arianespace)
CHEOPS e Cosmo-SkyMed Seconda Generazione al decollo su un razzo Soyuz (Immagine cortesia Arianespace)

Poche ore fa un razzo vettore Soyuz è stato lanciato dalla base di Kourou, nelle Guiana Francese. Dopo circa 23 minuti il satellite Cosmo-SkyMed Seconda Generazione si è separato con successo dall’ultimo stadio Fregat del razzo. Circa 85 minuti doo il lancio il telescopio spaziale CHEOPS si è separato con successo dall’ultimo stadio Fregat del razzo.

Il satellite COSMO-SkyMed Seconda Generazione è il primo di una costellazione di due satelliti che ha lo scopo di sostituire i quattro satelliti della prima generazione. Si tratta di un sistema di satelliti radar per l’osservazione del territorio frutto di una collaborazione tra Agenzia Spaziale Italiana e Ministero della Difesa.

Il telescopio spaziale CHEOPS (CHaracterising ExOPlanets Satellite) dell’ESA ha lo scopo di studiare esopianeti tramite il metodo del transito, cioè osservando quelli che passano davanti alla loro stella.

In questo decennio ci siamo abituato a continue scoperte di esopianeti, in buona parte grazie a telescopi spaziali che in alcuni casi sono stati progettati proprio per cercarli. CHEOPS ha uno scopo diverso perché non è un cacciatore di pianeti ma ha lo scopo di studiare esopianeti già identificati con dimensioni comprese tra quelle della Terra e quelle di Nettuno. Si tratta di un categoria di pianeti molto comune ma ci sono casi in cui non ci sono neppure informazioni sufficienti per dire con certezza se si tratti di super-Terre, quindi pianeti rocciosi, o mini-Nettuno, quindi pianeti gassosi. CHEOPS sarà in grado di osservare il transito degli esopianeti di fronte alla loro stella per misurare con grande precisione la loro dimensione, un dato da combinare con altri misurati in altri modi per calcolare la loro densità in modo accurato.

Il telescopio spaziale CHEOPS non è attrezzato con uno spettrografo in grado di studiare la possibile atmosfera degli esopianeti osservati. Tuttavia, la precisione nelle sue rilevazioni potrà comunque aiutare a valutare l’esistenza di un’atmosfera e possibili proprietà come la presenza di nubi. In alcuni casi, CHEOPS potrebbe rilevare tracce della presenza di lune, una delle attuali frontiere dell’astronomia, e di anelli attorno a un esopianeta.

In realtà, ci si aspetta che il telescopio spaziale CHEOPS compia anche qualche scoperta nel corso delle sue osservazioni. In alcuni casi potrà rilevare per caso tracce di esopianeti oltre a quelli che sta osservando ma in alcuni casi verranno provati alcuni approcci per scoprire nuovi esopianeti in sistemi stellari già conosciuti.

Lo strumento che verrà utilizzato per la missione CHEOPS è un telescopio Ritchey-Chrétien con diametro di 32 cm. Si tratta di un piccolo telescopio che è comunque costruito con una sensibilità adeguata per compiere il suo lavoro. La navicella spaziale che lo contiene è anch’essa relativamente piccola, con una massa inferiore ai 300 kg.

Dalla sua orbita eliosincrona a un’altitudine di circa 700 chilometri, il telescopio spaziale CHEOPS passerà attraverso la fase di test normale per ogni satellite e successivamente comincerà la sua missione primaria, della durata prevista di tre anni e mezzo. Le sue osservazioni saranno utili anche per trovare i candidati migliori per ulteriori studi con altri strumenti che verranno attivati nei prossimi anni come il telescopio spaziale James Webb. La missione sarà utile anche nello sviluppo del prossimo cacciatore di esopianeti dell’ESA, PLATO (PLAnetary Transits and Oscillations of stars), che dovrebbe essere lanciato nel 2026.

Il telescopio spaziale CHEOPS durante la preparazione (Foto ESA - S. Corvaja)
Il telescopio spaziale CHEOPS durante la preparazione (Foto ESA – S. Corvaja)

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