Culle stellari rivelate nelle immagini dell’indagine PHANGS-MUSE

Le galassie NGC 1300, NGC 1087 e NGC 3627 in alto, NGC 4254 e NGC 4303 in basso
L’ESO ha pubblicato alcune immagini create nel corso del progetto PHANGS usando lo strumento MUSE sul VLT. Si tratta di immagini di galassie nell’universo vicino nelle quali i ricercatori del progetto PHANGS hanno cercato di individuare culle stellari. Lo scopo è di ottenere risposte alle domande ancora esistenti sulla formazione delle stelle. Per questo motivo, l’indagine condotta con lo strumento MUSE è una parte di un progetto più grande che include altre indagini parallele condotte con il radiotelescopio ALMA e il telescopio spaziale Hubble.

Usando lo strumento MUSE (Multi-Unit Spectroscopic Explorer) sul VLT (Very Large Telescope) dell’ESO, il progetto PHANGS (Physics at High Angular Resolution in Nearby GalaxieS) ha condotto l’indagine PHANGS-MUSE ottenendo immagini di galassie con le diverse componenti in colori distinti, in modo da permettere agli astronomi di individuare le culle stellari con giovani stelle e le nubi di gas che le circondano. L’immagine (ESO/PHANGS) mostra le galassie NGC 1300, NGC 1087 e NGC 3627 in alto, NGC 4254 e NGC 4303 in basso.

L’astronomo Eric Emsellem dell’ESO, che ha guidato le osservazioni condotte con il VLT all’interno del progetto PHANGS, ha spiegato che per la prima volta gli astronomi sono riusciti a risolvere le singole unità di formazione stellare lungo una vasta gamma di luoghi e ambienti in un campione che ben rappresenta i diversi tipi di galassie. Ha aggiunto che è possibile osservare direttamente il gas che fa nascere le stelle, le giovani stelle ed essere testimoni della loro evoluzione attraverso varie fasi.

Poco più di un mese fa è avvenuta la presentazione dell’indagine PHANGS-ALMA con la mappatura di circa 100.000 culle stellari in 90 galassie nell’universo vicino grazie al radiotelescopio ALMA. L’osservazione delle stesse galassie con strumenti diversi all’interno del progetto PHANGS permette di combinare dati ottenuti in diverse bande dello spettro elettromagnetico a frequenze visibili, infrarosse vicine e radio. Ciò offre immagini molto più complete delle galassie osservate e soprattutto di fornire più informazioni sulle aree di formazione stellare. Sono tutte informazioni utili per capire in quali condizioni si formano le stelle.

La mappatura condotta con il radiotelescopio ALMA aveva già permesso di notare che non tutte le culle stellari sono uguali e che le condizioni locali influenzano i processi di formazione stellare. L’aggiunta delle mappe create con lo strumento MUSE aiuterà a capire meglio similitudini e differenze tra le varie culle stellari. Le osservazioni condotte con il telescopio spaziale Hubble completeranno questo quadro cosmico.

Le mappe finali avranno una quantità di dettagli mai visti eppure ci sarà ancora margine per migliorarle. L’astronoma Eva Schinnerer del Max Planck Institute for Astronomy (MPIA), principale investigatrice della collaborazione PHANGS, ha spiegato che la risoluzione prodotta per le mappe è appena sufficiente a identificare e separare le singole nubi di formazione stellare ma non è sufficiente per vedere al suo interno. I ricercatori del progetto PHANGS stanno ampliando i confini della ricerca, come stanno facendo altri scienziati impegnati in altri progetti.

Questo tipo di ricerca fornisce risultati che vengono utilizzati per molti anni eppure rappresenta uno di tanti passi in avanti per l’astronomia. Nuovi strumenti permetteranno di ottenere osservazioni ancor più dettagliate e nuove risposte riguardanti i processi di formazione stellare e altri misteri cosmici.

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