
La NASA ha presentato le prime tra le tanto attese fotografie scattate dalla sonda spaziale New Horizons nel corso del passaggio ravvicinato a Plutone avvenuto il 14 luglio. Esse hanno rivelato tra le altre cose la presenta di montagne alte anche 3.500 metri. È stata rilasciata anche una foto di Caronte scattata il 13 luglio che mostra varie fratture sulla sua crosta. Queste immagini ravvicinate mostrano attività geologica sia su Plutone che su Caronte, un fatto inatteso.
La fotografia più interessante di Plutone tra le prime inviate dalla sonda spaziale New Horizons dopo il passaggio ravvicinato mostra una regione equatoriale vicina alla base della formazione simile a un cuore. Essa mostra una catena montuosa i cui picchi raggiungono i 3.500 metri che si sono formati non più di cento milioni di anni fa. In termini geologici, si tratta di montagne giovani.
Queste montagne, assieme alla scarsità di crateri, indicano chiaramente che su Plutone c’è un’attività geologica. La cosa interessante è che anche Caronte, la sua luna principale, mostra una superficie con segni di attività geologica. Ci sono spaccature anche molto profonde, fino a 9 chilometri, e anche in questo caso la quantità di crateri è davvero scarsa.
Cosa può generare quell’attività su Plutone e Caronte? Questi due corpi sono troppo piccoli perché la loro forza di gravità la generi come fa Giove sulle sue lune. Su Plutone è possibile che ci sia un’attività sotterranea causata dalla presenza di materiali radioattivi che emettono energia durante il loro decadimento.
Su Plutone ci può essere anche un’attività vulcanica, anche se non del tipo che c’è sulla Terra. Si tratterebbe di criovulcani, più simili ai geyser, generati dalla sublimazione di elementi volatili come azoto, metano e monossido di carbonio. Tuttavia, la presenza di montagne così alte indica che ci può essere solo una crosta sottile di elementi volatili perché esse possono essere sostenute solo da un ghiaccio più robusto come quello d’acqua.
Per quanto riguarda Caronte, le profonde voragini aperte da fratture nella sua crosta che si estendono per circa 1.000 chilometri fanno pensare a qualche tipo di processo geologico interno. Gli scienziati della NASA sono in attesa di fotografie a maggior risoluzione che forse permetteranno di capirne qualcosa di più.
La quantità di dati raccolta dalla sonda spaziale New Horizons è tale e la velocità di trasmissione così bassa che ci vorranno circa 16 mesi per inviarli tutti. Le prime fotografie hanno già offerto qualche sorpresa su Plutone e Caronte. Questa missione serve proprio a scoprire ciò che non conoscevamo ancora e sta avendo grande successo!

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