Scoperti lampi radio che si ripetono

Vista dall'alto del radiotelescopio di Arecibo (Foto H. Schweiker/WIYN and NOAO/AURA/NSF)
Vista dall’alto del radiotelescopio di Arecibo (Foto H. Schweiker/WIYN and NOAO/AURA/NSF)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” descrive una ricerca compiuta dopo la scoperta della ripetizione di lampi radio. Per la prima volta, questo tipo di fenomeno si è ripetuto e un team di ricercatori guidato da Laura Spitler, dell’Istituto Max Planck per la Radioastronomia a Bonn, in Germania è riuscito a identificare una sequenza di segnali provenienti dalla stessa sorgente usando il radiotelescopio di Arecibo.

I lampi radio sono fenomeni ancora misteriosi ma negli ultimi tempi sono stati fatti passi avanti nelle indagini su di essi. Sempre sulla rivista “Nature” è apparso recentemente un articolo sull’individuazione dell’origine di un lampo radio. Ora la scoperta di segnali ripetuti è molto importante perché aiuta gli scienziati a farsi un’idea migliore delle loro possibili cause.

Per anni, pensando che si trattasse di eventi singoli, molti scienziati hanno pensato che i lampi radio fossero originati da eventi catastrofici come supernove o una stella di neutroni che collassa ulteriormente diventando un buco nero. Il fatto che questi segnali possano essere ripetuti indica che almeno parte di essi hanno origini diverse.

La durata dei lampi radio è di pochi millisecondi e ciò ha reso la loro rilevazione e quindi l’indagine sulla loro natura più complessa. Il segnale ripetuto studiato in questa ricerca è stato captato dal radiotelescopio di Arecibo, quello a singola apertura più grande del mondo con la sua antenna da 305 metri di diametro.

Nel novembre 2015 Paul Scholz, dottorando della McGill University, ha scoperto nell’archivio dei dati dell’osservatorio di Arecibo ben 10 lampi radio coerenti con uno rilevato nel 2012 e chiamato FRB121102 (FRB sta per Fast Radio Burst, appunto lampo radio). Scholz ha capito subito di essere di fronte a una scoperta importante e da lì è cominciato lo studio, anche per cercare di capire quale potesse essere l’origine di quei segnali.

Una delle possibilità è che una stella di neutroni emetta brevi lampi radio. Laura Spitler ha fatto notare che i 10 segnali studiati dal suo team hanno caratteristiche di luminosità e spettro diverse da quelle di altri lampi radio. Ciò significa che essi potrebbero costituire una nuova sottoclasse di sorgenti di questi segnali.

Insomma, questa ricerca ha fornito alcune risposte ma ha aggiunte altre domande. Victoria Kaspi, direttrice del McGill Space Institute e parte del team che ha condotto questo studio, ha dichiarato che spera che il radiotelescopio CHIME (Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment) che dovrebbe iniziare la sua attività nel corso del 2016 possa aiutare la ricerca sui lampi radio. Grazie al suo progetto innovativo CHIME dovrebbe essere in grado di rilevare questi segnali ogni giorno, un notevole passo in avanti nella ricerca su di essi.

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