Il pianeta nano Cerere ha rivelato la varietà di elementi sulla sua superficie

Mappa globale a colori della superficie di Cerere (Immagine NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA)
Mappa globale a colori della superficie di Cerere (Immagine NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA)

Alla 47^ Lunar and Planetary Science Conference tenuta la scorsa settimana a The Woodlands, in Texas, sono stati presentati nuovi risultati delle analisi dei dati sul pianeta nano Cerere raccolti dalla sonda spaziale Dawn della NASA. Alcuni scienziati che lavorano alla missione hanno presentato una nuova mappa a colori della superficie di Cerere e nuove foto dettagliatissime del cratere Occator, celebre per la presenza delle più grandi tra le macchie bianche, ma anche di altri crateri interessanti, in particolare Oxo, dove è stata trovata acqua.

La nuova mappa della superficie di Cerere usa i colori per sottolineare la diversità nei materiali presenti su di essa e il loro rapporto con la sua morfologia. Il colore blu riguarda flussi, pianure lisce e montagne, che sembrano essere elementi della superficie molto giovani. I processi derivanti da impatti dominano la geologia della superficie di Cerere ma gli scienziati hanno identificato specifiche variazioni di colore che indicano alterazioni di materiali dovute a complesse interazioni del processo degli impatti con la composizione del sottosuolo. Ciò fornisce anche prove di uno strato del sottosuolo arricchito di ghiaccio e sostanze volatili.

Riguardo al sottosuolo, sono stati presentati i dati rilevati dallo strumento Gamma Ray and Neutron Detector (GRaND), che ha cominciato ad acquisire il set primario di dati in dicembre. Neutroni e raggi gamma prodotti dalle interazioni tra raggi cosmici e i materiali di superficie forniscono una sorta di impronte digitali della composizione chimica di Cerere. Le misure sono influenzate dalla composizione del metro superiore di regolite.

Tra i risultati presentati ci sono quelli ottenuti grazie allo spettrometro VIR, sviluppato dall’agenzia spaziale italiana ASI. Esso permette di identificare la composizione della superficie osservata e ha rivelato la diversità presente in varie zone di Cerere. Ad esempio, nel cratere Haulani sono stati scoperti materiali contenenti carbonati e fillosilicati, molto diversi da quelli presenti nelle aree circostanti.

Un altro cratere molto interessante analizzato dallo spettrometro VIR è Oxo. Esso è largo circa 9 chilometri e vi è stata trovata acqua. Le informazioni sono limitate perciò l’acqua potrebbe essere legata ai minerali dell’area oppure sotto forma di ghiaccio. Si tratta del primo luogo su Cerere dove l’acqua è stata rilevata finora.

Tuttavia, è sempre il cratere Occator a essere al centro dell’attenzione per la presenza delle più grandi macchie bianche di Cerere. Le nuove immagini dell’area sono ben più dettagliate di quelle pubblicate nel settembre 2015 e mostrano che non si tratta di un’unica zona luminosa ma ci sono strutture più complesse. Ciò fa pensare ad attività geologiche ancora nel recente passato.

Le ricerche sul pianeta nano Cerere sono entrate nella fase più calda grazie ai dati che la sonda spaziale Dawn sta raccogliendo nella sua orbita più bassa. Un piccolo mondo che tutto sommato sembrava semplice da studiare continua a rivelarsi più complesso del previsto contribuendo a fornirci nuove informazioni sulla storia del sistema solare.

Dettagli della grande macchia bianca nel cratere Occator (Immagine NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA/PSI/LPI)
Dettagli della grande macchia bianca nel cratere Occator (Immagine NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA/PSI/LPI)

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