Tracce di antichissime attività idrotermali nel cratere Auki su Marte

Mappa topografica della regione in cui si trova il cratere Auki (Immagine NASA/USGS)
Mappa topografica della regione in cui si trova il cratere Auki (Immagine NASA/USGS)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Icarus” descrive le nuove prove della presenza di antichissime attività idrotermali nel cratere Auki su Marte. Un team di scienziati guidato da Filippo Giacomo Carrozzo dell’INAF-IAPS di Roma ha usato immagini e dati spettroscopici raccolti dalla sonda spaziale Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA per individuare strutture geologiche e minerali idrati che confermano quell’ipotesi.

Il cratere Auki ha un diametro di circa 38 chilometri e fa parte della regione di Tyrrhena Terra, nella maglia topografica del Mare Tyrrhenum. Da anni varie ricerche hanno osservato una serie di caratteristiche geologiche, mineralogiche e morfologiche che suggeriscono che quando Marte era giovane in quella regione ci fossero sorgenti idrotermali. Il problema era raccogliere dati sufficienti usando le varie sonde spaziali che orbitano attorno al pianeta rosso e studiare quei dati per ottenere le prove.

Secondo questa teoria, le aree in cui l’acqua affiorava vennero create circa 3,8 miliardi di anni fa, durante quello che è chiamato Intenso Bombardamento Tardivo, l’epoca in cui i pianeti interni vennero colpiti da una notevole quantità di meteoriti. A quel tempo, Marte era simile alla Terra e sorgenti idrotermali avrebbero potuto creare un ambiente favorevole alla vita.

Simulazioni al computer condotte nel corso di studi precedenti sul cratere Auki suggeriscono che quel tipo di attività potrebbe essere continuata per 70.000 anni. Non è molto tempo in termini biologici ma se c’era già un potenziale nell’area quelle condizioni avrebbero favorito ulteriori sviluppi.

Questa nuova ricerca si è concentrata sulla presenza di strutture geologiche come terreni poligonali nel cratere Auki assieme a minerali che contengono acqua come ad esempio fillosilicati, cloriti e silici. Quella combinazione indica che nel passato c’erano processi che includevano la circolazione di acqua idrotermale e la precipitazione di minerali nella falda freatica.

Nel terreno sono state individuate fratture con un diverso stadio di preservazione su tre quote altimetriche diverse che mostrano altrettanti condizioni di formazione conseguenti ai cambiamenti di temperatura. Un’ulteriore conferma arriva dalla scoperta di minerali idrati che sulla Terra possono essere trovati proprio in ambienti idrotermali e nel cratere Auki sono correlati con quelle caratteristiche geologiche e morfologiche.

In sostanza, si tratta dell’ennesima scoperta di un luogo sul pianeta Marte in cui le condizioni sono state per un certo periodo favorevoli alla vita. Ciò significa che c’è un altro luogo in cui un rover o magari anche astronauti potranno cercarne le tracce per capire finalmente se su Marte almeno nel passato siano esistite forme di vita.

Il cratere Auki visto dalla sonda spaziale MRO (Immagine NASA)
Il cratere Auki visto dalla sonda spaziale MRO (Immagine NASA)

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