Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” riporta l’osservazione di quello che viene interpretato come un disco circumplanetario nel sistema della giovane stella PDS 70. Un team di ricercatori guidato da Andrea Isella della Rice University di Houston, in Texas, ha usato il radiotelescopio ALMA per rilevare le emissioni di quel disco che circonda l’esopianeta PDS 70 c e secondo gli astronomi è del tipo che controlla la formazione di pianeti e di un sistema di lune come quelle attorno al pianeta Giove.
Distante circa 370 anni luce dalla Terra, il sistema della stella PDS 70 è ancora in fase di formazione perciò, dopo che nel 2006 venne individuato un disco protoplanetario, divenne oggetto di una serie di ricerche. Due articoli pubblicati nel luglio 2018 sulla rivista “Astronomy & Astrophysics” riportavano la scoperta e la descrizione di un pianeta gigante gassoso in fase di formazione in quel sistema, chiamato PDS 70 b.
Nel giugno 2019 un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Astronomy” riportava l’osservazione di due protopianeti nel sistema di PDS 70 aggiungendo la scoperta di un secondo esopianeta che è stato catalogato come PDS 70 c usando lo strumento MUSE montato sul Very Large Telescope (VLT) dell’ESO. Ora un altro team di ricercatori ha usato il radiotelescopio ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), inaugurato nel marzo 2013, per studi mirati su quel sistema. Combinando i dati delle emissioni radio provenienti dalle particelle di gas attorno alla stella PDS 70 e i dati delle lunghezze d’onda ottiche e infrarosse rilevate dal VLT, il risultato è che attorno all’esopianeta appena scoperto sembra esserci davvero un disco circumplanetario che potrebbe formare delle lune.
L’immagine composita in alto (ALMA (ESO/NOAJ/NRAO) A. Isella; ESO) mette assieme i dati di ALMA con quelli di MUSE e anche di SPHERE, un altro strumento montato sul VLT, per mostrare il sistema PDS 70 con i due esopianeti e i materiali che circondano l’esopianeta PDS 70 c. La luminosità agli infrarossi e alle bande che portano la “firma” dell’idrogeno hanno convinto che si tratta di un pianeta già formato e che il gas vicino continua a essere attratto da esso e per qualche tempo lo farà crescere ancora un po’. Allo stesso tempo, quel gas e altri materiali attorno al pianeta potrebbero formare un sistema di lune.
Come per il primo pianeta scoperto in quel sistema, le stime sulla massa di PDS 70 c sono ancora vaghe, tra 1 e 10 volte quella di Giove. Andrea Isella ha fatto notare che se la massa effettiva è vicina al limite massimo stimato è possibile che possano esserci lune di dimensioni planetarie in fase di formazione e ciò renderebbe più facile individuarle con nuove osservazioni da parte di ALMA che i ricercatori intendono condurre per mappare le orbite dei pianeti, la concentrazione e i movimenti di polveri nel sistema.
Ormai sono parecchi i casi di sistemi solari in formazione conosciuti con esopianeti in varie fasi di formazione. Tuttavia, la prossima frontiera dell’astronomia che si occupa di altri sistemi stellari è quella delle esolune perciò la scoperta di un possibile disco circumplanetario è davvero interessante ma sarebbe la prima di quel tipo e di conseguenza necessita di ulteriori conferme. Le osservazioni forniscono immagini diverse a seconda delle lunghezze d’onda rilevate perciò compierne altre nel corso del tempo è fondamentale per capire meglio la situazione nell’area dell’esopianeta PDS 70 c.
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