Riciclaggio di materiali nel cosmo e sviluppo di forme di vita

La nebulosa proroplanetaria AFGL 4104 o Roberts 22 (Immagine NASA, ESA, and R. Sahai (Jet Propulsion Laboratory))
La nebulosa proroplanetaria AFGL 4104 o Roberts 22 (Immagine NASA, ESA, and R. Sahai (Jet Propulsion Laboratory))

Un articolo pubblicato sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” riporta uno studio sull’importanza dell’espulsione di materiali da parte delle stelle nelle ultime fasi della loro vita nella formazione di forme di vita come quelle terrestri. Il Professor Michael Smith e lo studente Igor Novikov dell’Università britannica del Kent hanno compiuto una serie di simulazioni al computer di processi in atto nelle nebulose protoplanetarie ottenendo risultati che offrono indizi importanti sul riciclaggio di materiali generati nelle stelle ed espulsi nello spazio interstellare.

Da quando sono stati scoperti i meccanismi di funzionamento delle stelle è noto che gli elementi più pesanti di quelli presenti in origine vengono creati soprattutto durante la fusione nucleare e, nel caso delle stelle massicce, durante la fase di supernova. Tuttavia, la maggior parte delle stelle ha una massa insufficiente per esplodere perciò non era chiaro cosa succedesse ai materiali prodotti dalla fusione nucleare. Michael Smith e Igor Novikov del Centre for Astrophysics and Planetary Science dell’Università del Kent hanno provato a risolvere questo mistero mappando l’andamento della luce stellare in differenti condizioni ambientali usando modelli 2D. In parole povere, hanno simulato la formazione di una nebulosa protoplanetaria, una fase dell’agonia di una stella morente.

I risultati delle simulazioni mostrano come vi sia un guscio di materiali che viene espulso nel corso dell’invecchiamento della stella. Il gas e l’energia espulsi durante questo processo finiscono nello spazio interstellare e, tramite un processo di frammentazione, vengono riciclati in nuove stelle e pianeti. In particolare, i ricercatori si sono concentrati sui gusci delle giganti rosse morenti.

Secondo i ricercatori, i gusci delle giganti rosse devono essere temporanei affinché i processi che portano alla diffusione degli elementi che permettono la formazione della vita possano avvenire. I gusci non sono uniformi ma possono avere caratteristiche variabili. La maggior parte è probabilmente fredda e molecolare e viene frammentata. I gusci caldi e atomici sono al contrario stabili.

Il picco di riciclaggio dei materiali prodotti dalle stelle potrebbe aver permesso la formazione della vita sulla Terra. È un’idea interessante che mette assieme lo studio dei processi che avvengono durante le ultime fasi di vita delle stelle con quello delle condizioni di formazione della vita. Il collegamento tra eventi così diversi può offrire nuove informazioni per capire meglio la nascita della vita e di conseguenza per la ricerca di forme di vita in altri luoghi dell’universo.

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