Sale da cucina e acqua nelle macchie bianche sul pianeta nano Cerere

Cerealia Facula nel cratere Occator
Il gruppo Nature ha dedicato un numero speciale al pianeta nano Cerere con una serie di articoli pubblicati sulle sue riviste. Vari team di ricercatori hanno studiato diversi aspetti della geologia di Cerere con particolare attenzione alla presenza d’acqua e di cloruro di sodio idrato, in parole povere sale da cucina mescolato ad acqua. Ci sono conferme della presenza nel passato di un oceano sotterraneo di cui una forte presenza di sali abbassava notevolmente il punto di congelamento. I sali presenti nelle celebri macchie bianche come quella del cratere Occator sono tra i resti di quell’oceano: si tratta soprattutto di carbonato di sodio e cloruro di ammonio ma c’è anche cloruro di sodio.

La missione della sonda spaziale Dawn si è conclusa alla fine dell’ottobre 2018 lasciando un’enorme quantità di dati da studiare. Le macchie bianche erano conosciute già prima che Dawn raggiungesse il pianeta nano Cerere ma le osservazioni condotte con i telescopi dalla Terra e dalla sua orbita non permettevano di capirne la composizione. Solo grazie alle rilevazioni condotte usando gli strumenti di Dawn è stato possibile capire che si tratta di sali e le ricerche sono continuate per stabilire di quali si tratti esattamente.

Una conclusione interessante è che nelle condizioni di Cerere i sali si disidratano nel giro di poche centinaia di anni ma le rilevazioni indicano che contengono ancora acqua perciò essa scorre ancora e risale fino alla superficie in regioni come il cratere Occator. Probabilmente non si tratta più di un grande oceano ma gli indizi suggeriscono che vi siano ancora aree dove l’acqua molto salata è nello stato liquido.

Le analisi dei dati relativi ai sali indicano che si tratta soprattutto di carbonato di sodio e cloruro di ammonio ma c’è anche cloruro di sodio idrato, il comune sale da cucina legato all’acqua. La miscela di questi sali e di acqua è stata trovata ad esempio sulla cima di Cerealia Facula, una delle strutture presenti nel cratere Occator. Sono strutture relativamente giovani in termini geologici dato che alcune hanno un’età stimata in meno di due milioni di anni.

L’immagine (NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA) mostra un mosaico creato usando fotografie a lunghezze d’onda visibili e infrarosse di un’area del cratere Occator. Cerealia Facula è visibile in un colore rossastro grazie alla presenza di sali.

Le strutture geologiche nelle aree in cui sono presenti concentrazioni di sali sono state formate attraverso processi di lunga durata e queste nuove ricerche confermano che potrebbe esserci ancora qualchea attività. Maria Cristina De Sanctis dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) di Roma, tra gli autori di varie ricerche su Cerere, ha paragonato il pianeta nano a Encelado, la luna di Saturno con un oceano sotterraneo, uno dei candidati principali nella ricerca di vita extraterrestre. Quel tipo di luna ha il vantaggio di essere riscaldato costantemente dalle maree gravitazionali del loro pianeta.

Dopo la fine della missione della sonda spaziale Dawn è arduo cercare i cambiamenti che confermerebbero che Cerere è ancora attivo. Le scoperte relative a questo pianeta nano sono importanti perché dimostrano che ci sono luoghi del sistema solare dove vari processi possono generare reazioni chimiche complesse che includono la formazione dei mattoni della vita.

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