È finita la missione della sonda spaziale Dawn

La sonda spaziale Dawn durante la sua preparazione (Foto NASA/Amanda Diller)
La sonda spaziale Dawn durante la sua preparazione (Foto NASA/Amanda Diller)

La NASA ha annunciato la fine della missione della sua sonda spaziale Dawn dopo che l’esaurimento dell’idrazina utilizzata dai suoi propulsori di manovra le ha impedito di orientarsi verso la Terra per comunicare con il controllo missione attraverso il Deep Space Network della NASA. Dawn è in un’orbita stabile attorno al pianeta nano Cerere e probabilmente vi rimarrà per almeno 50 anni. È l’unica sonda spaziale ad aver orbitato attorno a due corpi celesti dato che la prima parte della sua missione è stata attorno all’asteroide gigante Vesta.

Lanciata il 27 settembre 2007 su un razzo vettore Delta II, la sonda spaziale Dawn è stata chiamata così perché la sua missione era studiare corpi celesti che sono considerati resti risalenti all’alba del sistema solare: l’asteroide gigante Vesta e il pianeta nano Cerere, i due oggetti più grandi nella fascia di asteroidi tra Marte e Giove. Quell’area è perturbata dalla potente gravità di Giove, che ha impedito un continuo accrescimento come quello che ha portato alla formazione dei pianeti. Vesta e Cerere sono rimasti in fasi preliminare di quella formazione perciò potevano offrire informazioni su di essa e quindi sulla storia del sistema solare.

La missione Dawn ha rischiato seriamente di finire prima ancora di iniziare. Dopo essere stata approvata nel 2001, il suo sviluppo è stato bloccato più volte, quasi come se la NASA fosse Giove e Dawn fosse uno dei suoi obiettivi. Nel 2006 finalmente è arrivata l’approvazione definitiva e la collaborazione di vari enti europei ha portato alla fornitura di vari strumenti come ad esempio Visible and infrared spectrometer (VIR), fornito dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) di Roma.

La sonda spaziale Dawn è stata la prima con una missione di esplorazione a usare motori a ioni, per la precisione tre motori a ioni di xeno. Al lancio, includeva oltre 400 kg di xeno che è stato usato per la maggior parte per arrivare fino a Vesta e buona parte del rimanente per raggiungere Cerere. I propulsori di manovra usati per mantenere l’assetto e quindi anche per orientarsi verso la Terra per le comunicazioni con il controllo missione sono invece del tipo classico a idrazina.

La spinta dei motori a ioni è piccola ma può essere mantenuta per periodi molto lunghi e, grazie anche in seguito a una manovra di fionda gravitazionale ottenuta passando vicino a Marte, la sonda spaziale Dawn è entrata nell’orbita dell’asteroide Vesta il 16 luglio 2011. Le informazioni ottenute fanno ora pensare che si tratti di un protopianeta con una struttura geologica complessa che ha offerto nuovi dati sui processi di formazione planetaria.

Dopo aver studiato l’asteroide Vesta per oltre un anno, il 5 settembre 2012 Dawn ha lasciato la sua orbita per dirigersi verso il pianeta nano Cerere, entrando nella sua orbita il 6 marzo 2015. Gli oltre tre anni di studio di Cerere sono stati interessantissimi perché hanno portato non solo alla scoperta dell’origine delle macchie bianche molto luminose sulla sua superficie ma anche che essa è connessa alla probabile passata esistenza di un oceano sotterraneo di acqua liquida.

Maria Cristina De Sanctis dell’INAF e principale investigatrice dello strumento VIR ha spiegato che la missione Dawn ha rivoluzionato la nostra comprensione della fascia di asteroidi e dell’origine del sistema solare. Cerere è diventato un obiettivo interessante anche perché le scoperte effettuate grazie alla sonda spaziale indicano che vi sia stata un’attività chimica importante e aprono perfino una possibilità alla presenza di forme di vita, almeno nel passato.

È proprio per questi motivi che i responsabili della missione Dawn hanno deciso di lasciare la sonda spaziale in orbita attorno al pianeta nano Cerere. Generalmente, si preferisce disintegrare le sonde facendole schiantare sul corpo celeste che hanno studiato per evitare il rischio che finiscano in traiettorie incontrollate ma in questo caso il rischio di inquinare l’ambiente di Cerere è stato ritenuto superiore.

Nel 2016 era stata avanzata una proposta per usare l’ultima estensione della missione per un passaggio ravvicinato all’asteroide 145 Adeona ma alla fine la NASA ha preferito continuare a studiare fino all’ultimo il pianeta nano Cerere per raccogliere altri dati che aiutassero a ricostruire la sua storia in modo migliore.

È un momento triste anche perché segue di un paio di giorni la fine di un’altra missione straordinaria, quella del telescopio spaziale Kepler. Nel caso della sonda spaziale Dawn, c’è un piano per una nuova missione che potrebbe esplorare alcuni asteroidi nel prossimo decennio. Il progetto è stato chiamato Lucy in riferimento al soprannome del celebre australopiteco e quindi all’alba dell’umanità perché anche in questo caso la NASA spera di trovare nuove informazioni sull’alba del sistema solare. La missione Lucy potrebbe essere una degna erede di Dawn, una missione che ha ottenuto risultati superiori a quelli sperati con informazioni che verranno studiate per molti anni ancora.

Una delle ultime foto inviate da Dawn mostra il cratere Occator (Immagine NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA)
Una delle ultime foto inviate da Dawn mostra il cratere Occator (Immagine NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA)

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