L’indagine GLOSTAR rivela nuove culle stellari e molto altro

Una mappa ottenuta dall'indagine GLOSTAR con un segmento del disco della Via Lattea
Quattro articoli, disponibili qui, qui, qui e qui, pubblicati sulla rivista “Astronomy & Astrophysics” riportano vari aspetti della mappatura del piano galattico settentrionale, che ha portato tra le altre cose alla scoperta di nuove aree di formazione stellare nella Via Lattea. Molti ricercatori hanno collaborato all’analisi di dati raccolti all’interno dell’indagine GLOSTAR, che ha proprio lo scopo di esaminare regioni di formazione stellare all’interno della galassia usando osservazioni dei radiotelescopi VLA ed Effelsberg. I dati hanno permesso di ottenere le mappe più dettagliate del piano galattico settentrionale a frequenze radio, che hanno permesso di individuare le nuove culle stellari.

Due radiotelescopi molto potenti sono stati usati nell’indagine GLOSTAR: il VLA (Very Large Array), formato da un array di 27 antenne nel New Mexico, USA, e l’Effelsberg, che tra il 1972 e il 2000 è stato il più grande radiotelescopio orientabile del mondo con i 100 metri di diametro della sua singola antenna in Germania. La combinazione delle loro caratteristiche nell’indagine GLOSTAR (Global view of the Star formation in the Milky Way) ha permesso di ottenere mappe di elevata qualità che verranno utilizzate per molti anni anche grazie al fatto che le emissioni radio passano attraverso le nubi di polvere interstellare, le quali bloccano le frequenze ottiche.

I quattro articoli pubblicati su “Astronomy & Astrophysics” riportano alcuni risultati iniziali dell’indagine GLOSTAR che sono molto interessanti e avranno ulteriori sviluppi dato che le osservazioni continuano, come le analisi dei dati raccolti. La formazione stellare è uno dei campi che continuano a essere di grande interesse per gli astronomi perciò trovare nuove culle stellari è sempre una grande scoperta.

In questo caso, sono state trovate le tracce delle prime fasi della formazione di stelle massicce tra cui regioni di idrogeno ionizzato dalle potenti emissioni di giovani stelle ed emissioni radio provenienti da molecole di metanolo utili a individuare quelle stelle, che sono ancora avvolte dalle nubi di gas e polveri in cui si sono formate e in certi casi si stanno ancora formando. L’immagine in alto (Brunthaler et al., Sophia Dagnello, NRAO/AUI/NSF.) mostra una mappa ottenuta dall’indagine GLOSTAR con un segmento del disco della Via Lattea.

Anche l’altra estremità della vita delle stelle è interessante dal punto di vista astronomico. In questo caso sono state trovate tracce di resti di supernove che hanno più che raddoppiato quelli scoperti usando il solo VLA. I modelli prevedono più del triplo dei resti di supernova conosciuti prima dell’indagine GLOSTAR e questa scoperta suggerisce che ce ne sono altri ancora nascosti perciò i modelli potrebbero essere corretti. L’immagine in basso (Brunthaler et al., Sophia Dagnello, NRAO/AUI/NSF.) mostra un segmento della Via Lattea con etichette che indicano sia culle stellari che resti di supernove.

L’indagine GLOSTAR produrrà probabilmente alcune decine di migliaia di immagini che potranno contenere le tracce di una quantità enorme di fonti di vario tipo che andranno individuate e verificate. Si tratta di un lavoro enorme che sarà utile per molti altri studi nel corso dei prossimi decenni.

Un segmento della Via Lattea con etichette che indicano sia culle stellari che resti di supernove

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