Telescopi

La nebulosa planetaria conosciuta come Nebulosa Civetta Meridionale (Foto ESO)

È soprannominata Nebulosa Civetta Meridionale ed è una nebulosa planetaria straordinariamente simmetrica e rotonda. Usando il telescopio VLT (Very Large Telescope) dell’ESO in Cile è ora stato possibile catturare un’immagine straordinaria di questa stella morente e di ciò che resta attorno ad essa. Il risultato dà l’impressione di una sfera illuminata come un fantasma nelle tenebre dello spazio.

Concetto artistico di un'aurora al polo nord di una nana bruna (Immagine Chuck Carter and Gregg Hallinan/Caltech)

La sua aurora è 10.000 volte più potente di qualsiasi altra mai vista, tanto da essere rilevabile, pur con strumenti molto sofisticati, da una distanza di 18 anni luce. Essa è stata trovata su una nana bruna chiamata LSR J1835+3259 usando il Karl G. Jansky Very Large Array (VLA), il telescopio Hale in California e il telescopio Keck alle Hawaii. I risultati della ricerca sono stati appena pubblicati sulla rivista “Nature”.

Confronto tra il sistema di Kepler-452, il sistema solare e quello di Kepler-186 (Immagine NASA/JPL-CalTech/R. Hurt)

La NASA ha annunciato la scoperta del pianeta Kepler-452b effettuata usando il telescopio spaziale Kepler. Esso ha un’orbita molto simile a quella della Terra attorno a una stella molto simile al Sole. Ciò lo pone ben all’interno della zona abitabile del suo sistema solare perché la stella Kepler-452 è solo un po’ più grande e più brillante del Sole perciò se sul pianeta Kepler-452b ci fosse un’atmosfera simile a quella terrestre l’acqua potrebbe esistere nello stato liquido.

Schema dell'osservazione del buco nero supermassiccio PKS 1830-211 tramite lente gravitazionale (Immagine ESA/ATG medialab)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Physics” descrive lo studio condotto sul buco nero supermassiccio conosciuto come PKS 1830-211 usando osservazioni effettuate con i telescopi spaziali Integral dell’ESA e Fermi e Swift della NASA. La particolarità sta nel fatto che queste osservazioni hanno sfruttato un effetto di lente gravitazionale creato da una galassia per esplorare le regioni interne dell’area attorno al buco nero e i raggi gamma che provengono da essa.

Concetto artistico di una supernova con un lampo gamma di lunga durata e una magnetar (Immagine ESO)

Un articolo pubblicato su “Nature” descrive la ricerca condotta da un team internazionale guidato da Jochen Greiner del Max-Planck-Institut für extraterrestrische Physik di Garching, in Germania che ha studiato un lampo gamma rilevato il 9 dicembre 2011 dal satellite Swift della NASA e chiamato GRB 111209A. Si è trattato di un fenomeno eccezionale perché durato oltre tre ore quando in genere i lampi gamma durano da pochi secondi ad alcuni minuti. È stato il primo caso di lampo gamma associato a una supernova, chiamata SN 2011kl, che ha prodotto una magnetar, una stella di neutroni con un campo magnetico incredibilmente potente.