Il quasar quasar Q2237+0305 soprannominato Croce di Einstein fotografato dal telescopio spaziale Hubble (Immagine NASA, ESA e STScI)

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” descrive una ricerca sul quasar Q2237+0305 soprannominato Croce di Einstein. Attraverso la tecnica della microlente gravitazionale un team di astrofisici spagnoli ha effettuato le più accurate misure della regione interna appartenente al disco di materiali in rotazione attorno al buco nero supermassiccio che alimenta questo quasar.

Fotografia dell'area chiamata Gerber Catena con i suoi crateri, depressioni e fratture (Immagine NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA)

Quasi tre settimane fa la sonda spaziale Dawn della NASA ha raggiunto la sua orbita finale, a circa 380 chilometri di altitudine sul pianeta nano Cerere. Vi rimarrà a tempo indeterminato, nel senso che manterrà quell’orbita fino alla fine della sua missione ma a quel punto non verrà spostata. Si tratta dell’orbita più bassa e da lì Dawn ha subito cominciato a scattare le fotografie più dettagliate e a effettuare nuove rilevazioni con i suoi strumenti.

Il rover lunare Yutu, cioè coniglio di giada (Foto cortesia news.cn. Tutti i diritti riservati)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Communications” descrive la scoperta di un nuovo tipo di roccia sulla Luna, precisamente nel Mare Imbrium. Essa è stata possibili grazie ai dati raccolti dal rover cinese Yutu nel corso della missione Chang’e 3. In un cratere chiamato Zi Wei, Yutu ha trovato un tipo di basalto dalla composizione diversa da quelle raccolte nei decenni scorsi durante le missioni americane e sovietiche sulla Luna.

Fotografia dell'area settentrionale di Encelado che mostra il contrasto tra le varie regioni (Immagine NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute)

Alcuni giorni fa la sonda spaziale Cassini ha compiuto il suo ultimo volo ravvicinato a Encelado, la luna di Saturno estremamente interessante per la presenza di un oceano sotterraneo di acqua liquida. Stavolta Cassini è passata a circa 5.000 chilometri di distanza da Encelado misurando il flusso di calore proveniente dal suo interno e scattando ulteriori fotografie della sua superficie ghiacciata.