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A sinistra, una supernova comune senza motore centrale, a sinistra una supernova con un potente motore centrale che genera un lampo gamma e al centro un caso intermedio come SN 2012ap (Immagine Bill Saxton, NRAO/AUI/NSF)

In un articolo pubblicato sulla rivista “Astrophysical Journal” viene descritta la scoperta effettuata da un gruppo di astronomi guidati da Sayan Chakraborti dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA). Essi hanno studiato una supernova chiamata 2012ap (SN 2012ap) che costituisce un anello mancante tra quelle ordinarie e quelle che provocano l’emissione di un lampo gamma.

Concetto artistico del disco protoplanetario attorno alla stella MWC 480. Nelle sue regioni esterne è stata rilevata la presenza di cianuro di metile e acido cianidrico (Immagine B. Saxton (NRAO/AUI/NSF))

Da molti anni gli scienziati sanno che nello spazio si possono formare molecole complesse, comprese alcune importanti nella nascita di forme di vita. Questo mese, sono state pubblicate due ricerche che dimostrano la presenza di varie molecole di questo tipo in un sistema solare neonato e perfino in nuvole protostellari in cui stelle simili al Sole si formano assieme ai loro pianeti.

Supernova (nel cerchio) nella galassia M82 in un'immagine del satellite Swift. La luce ultravioletta è mosrata in blu, quella vicina agli ultravioletti in rosso (Immagine NASA/Swift/P. Brown, TAMU))

Una ricerca condotta da un team guidato dall’astronomo Peter A. Milne dell’Università dell’Arizona pubblicata in due articoli sulla rivista “Astrophysical Journal” mostra che le supernove di tipo Ia possono essere distinte in due gruppi con caratteristiche diverse. Per anni gli astronomi avevano pensato che la loro brillantezza dipendesse quasi esclusivamente dalla loro distanza. Ciò può avere conseguenze anche sulle nostre conoscenze dell’espansione dell’universo, calcolata anche basandosi su questo tipo di supernove.

I dati del telescopio volante SOFIA mostrano polvere sopravvissuta nei resti della supernova Sagittarius A Est (Immagine NASA/CXO/Herschel/VLA/Lau et al)

Sulla rivista “Science” è stato pubblicato un articolo che illustra una ricerca condotta da un team internazionale di scienziati che hanno trovato le prove che le supernove possono generare una quantità di sufficiente di materiali che successivamente possono creare nuovi pianeti come la Terra. Questo team, diretto da Ryan Lau della Cornell University a Ithaca, New York, ha studiato in particolare una supernova esplosa circa diecimila anni fa usando uno strumento speciale, il telescopio volante SOFIA.

Il cielo attorno alla stella doppia V471 Tauri, visibile con bassa luminosità al centro dell'immagine (Immagine ESO/Digitized Sky Survey 2)

SPHERE (Spectro-Polarimetric High-contrast Exoplanet REsearch) è uno strumento costruito soprattutto per fotografare direttamente esopianeti ma il primo articolo scientifico basato sulle sue osservazioni riguarda il sistema binario V471 Tauri. Un gruppo di astronomi guidato da Adam Hardy ha effettuato questa ricerca, pubblicata sulla rivista “Astrophysical Journal Letters”, spiegando perché ha riservato una sorpresa.

Gli astronomi si aspettavano che ci fosse una nana bruna orbitante attorno a questa stella doppia ma SPHERE non ha trovato nulla. Si tratta di un risultato sorprendente perché la presenza di una nana bruna era di gran lunga la spiegazione più plausibile per lo strano comportamento di V471 Tauri.