Fantasmi di quasar trovati dal telescopio spaziale Hubble

Immagini di otto galassie contenenti filamenti verdi rimasti come effetto di antichi quasar (Immagine NASA, ESA, and W. Keel (University of Alabama, Tuscaloosa))
Immagini di otto galassie contenenti filamenti verdi rimasti come effetto di antichi quasar (Immagine NASA, ESA, and W. Keel (University of Alabama, Tuscaloosa))

Il telescopio spaziale Hubble ha fotografato una serie di fantasmi di quasar esistiti nel passato. Essi sono visibili come oggetti eterei di colore verde in varie forme e sono gli ultimi effetti di antichi quasar. Si tratta di fenomeni davvero interessanti dal punto di vista scientifico perché possono fornire informazioni sul passato di quelle galassie, che un tempo erano molto attive.

Nelle galassie individuate dal telescopio spaziale Hubble, nel passato c’era un quasar, un nucleo molto attivo in cui materiali venivano attratti dal buco nero supermassiccio al suo centro e venivano scaldati tanto da creare un disco molto luminoso. I quasar sono tipici delle galassie giovani perché ci sono molte nubi di polvere e gas che possono essere attirati dal buco nero supermassiccio. Quando quei materiali vengono consumati il quasar si spegne.

In certi casi, un quasar può lasciare una sorta di fantasma facendo brillare filamenti nello spazio profondo a causa di un processo chiamato fotoionizzazione. Elementi come ossigeno, elio, azoto, zolfo e neon contenuti nei filamenti assorbono la luce che proviene dal quasar e la rilasciano a un ritmo relativamente lento. Stiamo parlando di tempi astronomici perciò le emissioni continuano per migliaia di anni.

La tonalità verde smeraldo è tipica delle emissioni dell’ossigeno ionizzato. Queste strutture sono così lontane dal nucleo delle loro galassie che ci sono volute decine di migliaia di anni per la luce dei quasar per raggiungerle. Questo è un altro motivo per cui esse continuano a brillare così tanto tempo dopo che il quasar si è esaurito.

Questo tipo di filamenti è stato scoperto per la prima volta nel 2007 nel corso del progetto online Galaxy Zoo. Si tratta di un esempio di crowdsourcing in cui al pubblico è stato chiesto di collaborare alla classificazione di oltre un milione di galassie catalogate nella Sloan Digital Sky Survey (SDSS).

L’insegnante olandese Hanny van Arkel scoprì filamenti verdi vicino alla galassia conosciuta come IC 2497. La strana formazione venne chiamata in suo onore Hanny’s Voorwerp, che in olandese significa oggetto di Hanny. Essa suscitò l’interesse degli astronomi, in particolare di Bill Keel dell’Università dell’Alabama a Tuscaloosa, che cominciò a cercarne altre.

Usando vari telescopi, vennero trovate 20 galassie con gas ionizzati da quasar. Otto di queste nubi di gas mostravano di contenere più energia di quanto ci si aspettasse. Secondo Bill Keel, è possibile che essa sia stata originata da due massicci buchi neri orbitanti l’uno attorno all’altro nel nucleo della galassia. Ciò può accadere dopo che due galassie si fondono.

Se questa teoria è giusta, fra qualche miliardo di anni, filamenti verdi potrebbero brillare anche nella gigantesca galassia che risulterà dalla fusione tra la Via Lattea e Andromeda.

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