Un articolo appena pubblicato sulla rivista “Nature” descrive una ricerca sul ciclo giornaliero di ghiaccio d’acqua sulla superficie della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko e nelle sue vicinanze. Un team di scienziati guidato da Maria Cristina De Sanctis dell’INAF-IAPS (Istituto Nazionale di Astrofisica – Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali) ha analizzato i dati rilevati dallo spettrometro VIRTIS della sonda spaziale Rosetta dell’ESA scoprendo che in alcune zone il ghiaccio d’aqua scompare di giorno e riappare di notte.
Quando le comete si avvicinano al Sole, il nucleo si scalda e vari materiali sublimano trasformandosi in gas. Acqua, ma anche ossido di carbonio e anidride carbonica, vengono emessi dalla cometa per formare la sua chioma e la sua coda. La presenza della sonda spaziale Rosetta dell’ESA ha tra i suoi scopi quello di chiarire i meccanismi dietro queste emissioni di gas.
Tra gli strumenti della sonda spaziale Rosetta c’è VIRTIS (Visible InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer), che ha permesso di osservare alcune aree in cui il ghiaccio d’acqua appare e scompare nella regione chiamata Hapi, nel collo della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko. Il ghiaccio appare quando c’è ombra e scompare quando il Sole batte sull’area.
I ricercatori hanno trovato un vero e proprio ciclo di ghiaccio d’acqua che avviene nel corso dei giorni della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko. Essa infatti ha una sua rotazione perciò è corretto parlare di giorno. Quando arriva l’alba, il ghiaccio presente sulla superficie fino ad alcuni centimetri di profondità sublima. Col passare delle ore, la regione entra nella zona d’ombra e la superficie si raffredda rapidamente mentre gli strati sotto di essa impiegano più tempo perché hanno accumulato calore.
La conseguenza è che il ghiaccio sotto la superficie continua a sublimare per un po’ facendosi strada attravesro la struttura porosa delle rocce del nucleo della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko. Quando raggiunge la superficie, già raffreddata, il vapore acqueo torna a ghiacciarsi creando un nuovo strato che sublimerà quando il Sole riprenderà a battere sull’area.
Enrico Flamini, investigatore capo dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), ha fatto notare che queste prove del ciclo dell’acqua su una cometa costituiscono una scoperta scientifica rilevante e un’ulteriore conferma delle qualità uniche degli spettrometri come VIRTIS, costruito proprio dall’ASI.
I dati raccolti permetteranno di stimare l’abbondanza di ghiaccio d’acqua presente sulla cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko rispetto ad altri materiali. Nella regione Hapi esaminata, nello strato fino a qualche centimetro di profondità costituisce il 10-15% dei materiali e sembra essere ben mescolato con gli altri componenti.
Il vapore acqueo emesso nell’area costituisce circa il 3% del vapore acqueo totale emesso dall’intera cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko durante il periodo esaminato secondo le misure di un altro strumento, MIRO (Microwave Instrument for the Rosetta Orbiter). È possibile che lo stesso ciclo di ghiaccio d’acqua esista in altre aree della cometa ma per ora solo quelli di Hapi relativi al settembre 2014 sono stati analizzati. Lo studio continuerà con l’analisi di dati del periodo successivo per estendere questo tipo di ricerca.
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