July 2016

Rappresentazione artistica del possibile impatto di un planetoide con Marte (Immagine cortesia Université Paris Diderot / Labex UnivEarthS)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Geoscience” descrive una ricerca condotta da scienziati dell’università di Parigi, del Royal Obeservatory del Belgio e dell’istituto giapponese ELSI su Deimos e Phobos, le lune di Marte, che supporta la teoria di un antichissimo impatto come loro origine. Essa è complementare a un’altra, indipendente, condotta da scienziati dell’agenzia spaziale francese CNRS e del Laboratorio di Astrofisica di Marsiglia i cui risultati saranno pubblicati sulla rivista “The Astrophysical Journal”.

La navicella spaziale Soyuz MS-01 durante l'avvicinamento alla Stazione Spaziale Internazionale (Immagine NASA TV)

Poche ore fa la navicella spaziale Soyuz MS-01, partita poco più di due giorni fa dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale con a bordo tre nuovi membri dell’equipaggio. Kate Rubins della NASA, Anatoly Ivanishin di Roscosmos e Takuya Onishi della JAXA completano ora l’equipaggio della Expedition 48.

Rappresentazione artistica del sistema HD 131399 con il suo pianeta e le tre stelle (Immagine ESO/L. Calçada)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Science” descrive la scoperta dell’esopianeta HD 131399Ab, il primo mai trovato in un sistema con ben tre soli. Un team di astronomi guidati dall’Università dell’Arizona ha utilizzato lo strumenti SPHERE montato sul VLT dell’ESO per ottenere un’immagine diretta di HD 131399Ab e delle tre stelle del suo sistema. Gli scienziati pensavano che quel tipo di orbita fosse instabile ma questo caso sembra contraddire quell’idea.

Un modellino della sonda spaziale Juno con un'immagine di Giove sullo sfondo (Foto NASA/Aubrey Gemignani)

La NASA ha confermato che la sonda spaziale Juno si è correttamente inserita nell’orbita del pianeta Giove. Nelle ultime ore ha compiuto una serie di manovre per raggiungere la traiettoria e la velocità corrette per essere catturata dalla gravità gioviana. I segnali radio di Juno impiegano in questo periodo circa 48 minuti per raggiungere la Terra ma alla fine è arrivata la conferma che la sonda è in orbita e i suoi pannelli solari sono correttamente puntati verso il Sole.