Il ghiaccio sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko è più soffice della schiuma di un cappuccino

I punti dei vari atterraggi compiuti dal lander Philae sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko
Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” riporta una ricostruzione della traiettoria del lander Philae della missione Rosetta dell’ESA nel suo atterraggio sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Un team di ricercatori ha esaminato i dati raccolti dalla sonda spaziale Rosetta e dal lander Philae per scoprire dove quest’ultimo aveva compiuto il secondo rimbalzo sulla cometa, che venne seguito da ulteriori rimabalzi prima di poggiarsi definitivamente. Lo studio ha anche mostrato che i materiali colpiti contengono un’abbondante quantità di ghiaccio soffice come neve appena posata, al punto da essere definito più soffice della schiuma di un cappuccino.

Il 12 novembre 2014, il lander Philae della missione Rosetta compì il primo atterraggio di un veicolo umano su una cometa. Doveva trattarsi di un atterraggio controllato, con tanto di sistema ad arpioni per ancorarsi alla superficie di un oggetto con una gravità molto bassa che rendeva il suo peso molto limitato. Invece, Philae cominciò a rimbalzare e smise solo dopo circa due ore.

L’immagine (Primo atterraggio: ESA/Rosetta/Philae/ROLIS/DLR; tutte le altre immagini: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA; Analisi: O’Rourke et al (2020); versione italiana a cura dell’ufficio stampa INAF) mostra i punti dei vari atterraggi compiuti dal lander Philae sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.

La missione di Philae fu molto limitata, eppure quello che sembrò un mezzo fallimento permise comunque di raccogliere dati preziosi. A quasi sei anni di distanza, il loro studio, combinato con altri dati raccolti da Rosetta, ha portato a nuove scoperte su cosa successe a Philae e sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.

In particolare, lo strumento ROsetta MAgnetometer and Plasma monitor (ROMAP) del lander Philae e lo strumento Optical, Spectroscopic and Infrared Remote Imaging System (OSIRIS) della sonda spaziale Rosetta sono stati cruciali per trovare l’area dove Philae è rimbalzato sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko per la seconda volta. Durante quell’evento, l’asta di ROMAP colpì la superficie generando un segnale caratteristico che mostrò il movimento dell’asta relativo a Philae permettendo di stimare la durata della penetrazione del lander nel suolo. La correlazione tra i dati di ROMAP e quelli del magnetometro di Rosetta RPC ha permesso di determinare l’esatto orientamento di Philae.

Secondo l’analisi dei dati, Philae ha trascorso quasi due minuti nel punto del secondo contatto con la superficie, una durata determinata dalla bassissima gravità della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Il lander non è semplicemente rimbalzato ma ha anche “arato” una parte della superficie, lasciando tracce che sono state rilevate dai vari strumenti, anche nelle immagini. I segni scoperti hanno una forma che sono valsi alla regione il soprannome di “cima del teschio”.

È stato possibile stimare la porosità del masso colpito dal lander Philae e stabilire che il ghiaccio sotto la sua superficie è soffice, al punto da essere definito più soffice della schiuma di un cappuccino. Questa scoperta è interessante perché apre la possibilità di compiere future missioni che includano la raccolta di campioni di comete da riportare sulla Terra.

Le comete sono considerate fossili risalenti alla prima fase della storia del sistema solare e contengono anche composti organici perciò poterli analizzare in modo approfondito offrirebbe ulteriori informazioni su di essa. È possibile che le comete abbiano “seminato” la Terra con quei composti organici perciò il loro esame potrebbe aiutare a capire meglio lo sviluppo della vita sulla Terra e le possibilità che favoriscano l’emergere della vita su altri pianeti.

2 Comments


  1. Dove posso trovare immagini e rapporti sugli studi fin’ora eseguiti ?

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