Rocket Lab ha catturato il primo stadio del proprio razzo Electron con un elicottero

Il razzo Electron inizia la missione "There And Back Again" (Immagine cortesia Rocket Lab)
Il razzo Electron inizia la missione “There And Back Again” (Immagine cortesia Rocket Lab)

Poche ore fa, ha avuto successo il primo tentativo di Rocket Lab di usare un elicottero Sikorsky S-92 per agganciare il primo stadio del proprio razzo Electron mentre stava tornando al suolo durante la missione chiamata “There And Back Again”. L’obiettivo è trasportare il primo stadio al suolo in modo controllato per poterlo riutilizzare. Dopo l’aggancio, il pilota ha rilevato che il carico aveva caratteristiche diverse da quelle dei test e ha lascito andare il primo stadio, che ha compiuto un ammaraggio ed è stato recuperato dalla nave di Rocket Lab.

Il successo dell’operazione non è stato completo e l’azienda condurrà un’attenta revisione del primo stadio recuperato per valutarne le condizioni. I dati raccolti saranno preziosi per le prossime missioni fino ad arrivare al riutilizzo dei primi stadi.

Finora, solo SpaceX è riuscita a riutilizzare il primo stadio del proprio razzo dopo aver lanciato carichi in orbita. Blue Origin riutilizza il primo stadio del proprio razzo New Shepard ma si tratta di un lanciatore per missioni suborbitali. Per la configurazione dei motori, il razzo Electron di Rocket Lab assomiglia al Falcon 9 di SpaceX ma è molto più piccolo perciò il primo stadio vuoto può essere trasportato da un elicottero. Per questo motivo l’azienda ha deciso di usare una tecnica di recupero basata sull’aggancio del paracadute che viene dispiegato per rallentare la discesa del primo stadio.

Rocket Lab ha annunciato i propri piani per il recupero del primo stadio del razzo Electron nel 2019. Il successo significa poter diminuire notevolmente i costi di un lancio dato che il primo stadio di un razzo è di gran lunga la parte più costosa. Avere a disposizione vari primi stadi che possono essere preparati in tempi rapidi per un nuovo lancio significa anche poter aumentare il numero dei lanci. Negli ultimi anni c’è stata una grande crescita nella produzione di piccoli satelliti perciò un lanciatore leggero come l’Electron potrebbe diventare molto importante in questo mercato sempre più importante.

Ci sono voluti oltre due anni di lavori sul razzo Electron e test delle varie fasi del recupero per poter procedere con un tentativo reale. L’operazione è stata ritardata da due fallimenti in lanci tentati nel 2020 e 2021. In alcune missioni, il primo stadio ha compiuto un ammaraggio ed è stato recuperato da una nave di Rocket Lab.

Il tentativo compiuto nella notte italiana durante la missione “There And Back Again”, partita dalla base di Rocket Lab in Nuova Zelanda, non ha avuto un successo completo ma era il primo tentativo. SpaceX ha avuto successo solo dopo diversi tentativi. Nel caso di Rocket Lab, il primo stadio è stato agganciato con successo ma le caratteristiche del carico si sono rivelate diverse rispetto a quelle rilevate durante i test. Per motivi di sicurezza, il primo stadio è stato sganciato e ha compiuto un ammaraggio perciò anche stavolta è stato recuperato dalla nave di Rocket Lab. L’azienda ha dichiarato che è in ottime condizioni e verrà revisionato ma l’acqua di mare può causare danni molto rapidamente.

Secondo Peter Beck, fondatore e amministratore delegato di Rocket Lab, il problema riscontrato durante il tentativo di trasporto del primo stadio con l’elicottero dovrebbe essere facile da risolvere. Tuttavia, nelle le prossime missioni non è previsto un nuovo tentativo di recupero. Operazioni così complesse richiedono tempo. Rocket Lab sta anche lavorando a un razzo molto più grande chiamato Neutron, che avrà un primo stadio capace di atterrare autonomamente e potrebbe debuttare nel 2024.

Il primo stadio del razzo Electron visto dall'elicottero durante la fase di cattura (Immagine cortesia Rocket Lab)
Il primo stadio del razzo Electron visto dall’elicottero durante la fase di cattura (Immagine cortesia Rocket Lab)

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *