November 2018

Concetto artistico del lander di Moon Express

In una conferenza stampa, l’amministratore della NASA Jim Bridenstine ha annunciato i nuovi piani dell’agenzia per il ritorno sulla Luna con l’inclusione di una serie di aziende private che potranno fornire i loro servizi di invio di vari tipi di cargo. Il programma chiamato Commercial Lunar Payload Services (CLPS) potrebbe iniziare già nel 2019 e rappresenta un primo passo verso un obiettivo a lungo termine, cioè stabilire una presenza stabile sulla Luna con un occhio verso Marte.

Il sistema V4046 Sgr (Immagine V. D’Orazi/Sphere/Inaf)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Astronomy” descrive uno studio del sistema binario V4046 Sagittarii, o semplicemente V4046 Sgr. Un team di ricercatori guidati da Valentina D’Orazi dell’INAF di Padova ha usato lo strumento SPHERE sul Very Large Telescope (VLT) dell’ESO per esaminare le ombre rotanti proiettate sul disco protoplanetario che orbita attorno alle due giovani stelle. La mappatura dei movimenti delle ombre ha permesso di capire meglio le caratteristiche di quel sistema grazie al moto delle due stelle, le quali orbitano l’una attorno all’altra in quasi due giorni e mezzo.

La prima immagine inviata da InSight da Marte (Immagine NASA TV)

La NASA ha confermato che il suo lander InSight è atterrato su Marte dopo aver completato una procedura che è completamente automatizzata dato che in questo periodo i segnali radio provenienti da Marte impiegano poco più di otto minuti per raggiungere la Terra. InSight era stato lanciato il 5 maggio 2018. A differenza di altri lander e rover, studierà l’interno del pianeta rosso per capire meglio com’è fatto e la sua storia geologica.

Le Nili Fossae (Immagine ESA/DLR/FU Berlin, CC BY-SA 3.0 IGO)

L’ESA ha pubblicato nuove fotografie della regione del pianeta Marte chiamata Nili Fossae scattate dalla macchina fotografica High Resolution Stereo Camera (HRSC) della sonda spaziale Mars Express. Le Nili Fossae sono un gruppo di fosse tettoniche chiamate in gergo graben che mostrano segni non solo di attività geologica ma anche di erosione da parte di venti e soprattutto di acqua che hanno scavato le forme visibili ancora oggi.

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” descrive una nuova ricerca sul possibile clima esistente sui sette pianeti rocciosi del sistema della stella TRAPPIST-1. Un team di astronomi coordinato dall’Università di Washington (UW) ha usato modelli climatici aggiornati per cercare di capire che tipo di atmosfere possano avere come frutto dell’evoluzione ambientale basandosi sulle osservazioni raccolte. Il risultato è che il pianeta TRAPPIST-1 e è quello che ha maggiori probabilità di avere acqua liquida sulla superficie.