La navicella spaziale CST-100 Starliner di Boeing è partita per il suo secondo test Boe-OFT2

La navicella spaziale CST-100 Starliner decolla su un razzo Atlas V nella missione Boe-OFT 2 (Foto Boeing/John Proferes)
La navicella spaziale CST-100 Starliner decolla su un razzo Atlas V nella missione Boe-OFT 2 (Foto Boeing/John Proferes)

Alcune ore fa la navicella spaziale CST-100 Starliner di Boeing è partita su un razzo vettore Atlas V della ULA dalla base di Cape Canaveral nella missione Boe-OFT 2 (Boeing Orbital Flight Test 2). Dopo circa quindici minuti si è separata con successo dall’ultimo stadio del razzo e circa mezz’ora dopo il lancio ha compiuto le manovre per entrare in orbita e cominciare l’inseguimento della Stazione Spaziale Internazionale.

L’interruzione del test Boe-OFT, il primo della navicella Starliner, nel dicembre 2019, aveva costituito uno smacco per Boeing. Nonostante i tentativi della NASA di vedere il bicchiere mezzo pieno nelle dichiarazioni ufficiali che menzionavano i successi nel decollo e nell’atterraggio, il mancato arrivo alla Stazione Spaziale Internazionale era impossibile da ignorare. L’indagine successiva aveva evidenziato anche altri problemi alla Starliner oltre a quello che l’aveva inviata nell’orbita sbagliata.

Le prime dichiarazioni dopo l’atterraggio della Starliner lasciavano aperta la possibilità di passare comunque alle missioni con equipaggio. Tuttavia, la necessità di risolvere i problemi da parte di Boeing e di verificare la situazione da parte della NASA avevano portato alla decisione di condurre un altro test senza equipaggio.

Ci è voluto molto più tempo del previsto per arrivare al test Boe-OFT 2 dato che si sono aggiunti problemi legati alla necessità di far lavorare il personale in sicurezza nel corso della pandemia. Nell’estate del 2021 sembrava che fosse finalmente arrivato il momento del test e ci si è messa anche la sfortuna quando c’è stato un ulteriore rinvio dovuto alla necessità di rimettere in assetto la Stazione Spaziale Internazionale dopo che l’errata accensione dei propulsori del nuovo modulo russo Nauka l’aveva spostata.

Quasi un anno di ritardo è stato dovuto alla scoperta di nuovi problemi in varie valvole nel sistema di propulsione della Starliner che hanno costretto Boeing ad apportare modifiche per impedire che l’umidità filtrasse e causasse corrosione. Ciò ha portato alla sostituzione del modulo di servizio della Starliner ma Boeing sta lavorando a una soluzione definitiva che però richiede una sostituzione delle valvole.

Anche in questo test, a bordo della navicella spaziale CST-100 Starliner c’è il manichino soprannominato Rosie, per certi versi simile a quelli usati per i test di sicurezza delle automobili. Esso è dotato di sensori che registreranno le sollecitazioni fisiche a cui sarà soggetto durante il viaggio di andata e quello di ritorno. È seduto nella cabina dell’equipaggio indossando la tuta spaziale come un vero astronauta in modo che le sollecitazioni siano quelle che dovranno sopportare gli esseri umani che viaggeranno nelle missioni standard.

Per l’occasione, la navicella spaziale Starliner viene usata anche come cargo spaziale con a bordo oltre 200 kg di rifornimenti per l’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale e oltre 100 kg di altri carichi. La Starliner è progettata per trasportare fino a sette persone ma le normali missioni richiedono di trasportare solo tre o quattro persone. Ciò lascia spazio per alcuni carichi sia all’andata che al ritorno, una possibilità importante considerando che per ora l’unico cargo spaziale in grado di riportare sulla Terra carichi significativi è il Dragon di SpaceX.

Finalmente, la navicella spaziale Starliner è in orbita ed è previsto che raggiunga la Stazione Spaziale Internazionale stanotte, all’1.10 italiana circa. Si tratta di un altro passo fondamentale per Boeing ma anche per la NASA, che vuole avere due fornitori di servizi di trasporto di astronauti.

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