La mappa più accurata dei vulcani di Io, una delle lune di Giove

Un insieme di quelle che vengono chiamate super immagini che mostrano i punti vulcanici caldi di Io in diversi momenti in cui questa luna è stata oggetto di osservazioni
Un articolo pubblicato sulla rivista “Geophysical Research Letters” riporta la più accurata mappa finora creata dei vulcani di Io, una delle lune galileiane del pianeta Giove. Un team di ricercatori guidato da Francesca Zambon dell’INAF (Istituto nazionale di astrofisica) ha usato dati raccolti dallo strumento JIRAM della sonda spaziale Juno, una missione della NASA che vede la collaborazione dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e dell’INAF proprio per quanto riguarda JIRAM. Le rilevazioni hanno permesso di individuare 242 punti vulcanici caldi (hot spot) dei quali 23 che non erano stati rilevati in precedenza. I nuovi punti caldi sono stati individuati soprattutto nelle regioni polari, un risultato possibile grazie all’orbita di Juno.

Io è il corpo più attivo dal punto di vista geologico del sistema solare. Quest’attività avviene sotto forma di eruzioni vulcaniche ed è causata dalle forze gravitazionali che operano su Io da una parte da Giove ma dall’altra anche dalle altre lune galileiane. La sonda spaziale Juno, entrata nell’orbita di Giove il 4 luglio 2016, sta conducendo rilevazioni ravvicinate che riguardano principalmente il più grande pianeta del sistema solare ma la sua rotta viene programmata in modo che possa avvicinarsi ad alcune delle sue lune.

L’immagine (Cortesia F. Zambon et al. / Geophysical Research Letters. Tutti i diritti riservati) mostra un insieme di quelle che vengono chiamate super immagini che mostrano i punti vulcanici caldi di Io in diversi momenti in cui questa luna è stata oggetto di osservazioni. Le super immagini sono generate calcolando la media di più osservazioni da parte dello strumento JIRAM (Jovian InfraRed Auroral Mapper) nel giro di pochi minuti. Si tratta di una tecnica usata per ridurre il rischio di falsi positivi.

Altre sonde spaziali della NASA avevano offerto immagini dei vulcani di Io negli scorsi decenni: Voyager 1 nel 1979 e la missione Galileo tra il 1995 e il 2003. Esse permisero di capire che su Io c’erano alcune centinaia di vulcani e che molti di essi avevano un’attività praticamente perenne.

I dati rilevati dallo strumento JIRAM della sonda spaziale Juno hanno permesso di aggiungere nuovi punti vulcanici caldi al catalogo già esistente ma non includono tutti quelli conosciuti. Dei punti caldi già conosciuti, JIRAM ha rilevato l’82% di quelli più potenti e circa la metà di quelli di potenzia intermedia e di quelli più deboli. Secondo Francesca Zambon, ciò può significare che la risoluzione di JIRAM non è sufficiente per rilevare i punti caldi deboli o che la loro attività è calata o si è interrotta.

È previsto che la missione della sonda spaziale Juno continui fino al settembre 2025 e durante questo periodo verranno condotte altre osservazioni di Io. In particolare, il 30 dicembre 2023 è previsto il passaggio più ravvicinato a questa luna con una distanza minima di circa 4.800 chilometri. Nuove rilevazioni aiuteranno a creare una mappa più dettagliata e aggiornata dei vulcani di Io per capire meglio i suoi processi geologici e la sua struttura interna.

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