Dettagli del quasar NRAO 530 rilevati grazie all’Event Horizon Telescope

I risultati delle osservazioni del quasar NRAO 530 prodotti usando i vari metodi di elaborazione dei dati ottenuti
Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta lo studio del quasar NRAO 530 condotto all’interno del progetto EHT (Event Horizon Telescope), che utilizza una combinazione di radiotelescopi sparsi per il mondo per ottenere immagini di aree attorno a buchi neri supermassicci. In questo caso, si tratta delle aree più interne di NRAO 530, dove gas e polveri vengono scaldati a tal punto da generare forti emissioni elettromagnetiche. Lontano circa 7,5 miliardi di anni luce dalla Terra, è il buco nero supermassiccio più lontano osservato finora dal progetto EHT. I nuovi dettagli ottenuti sulle strutture presenti nella regione centrale di questo quasar sono utili a capire i processi in atto in quell’ambiente estremo.

Il progetto EHT è diventato celebre ben oltre il campo dell’astronomia con la pubblicazione della prima immagine dell’area attorno al buco nero supermassiccio al centro della galassia M87. Quello è stato solo il primo studio reso pubblico tra quelli condotti combinando le osservazioni sincronizzate di diversi radiotelescopi usando la tecnica chiamata interferometria a lunghissima base (in inglese very-long-baseline interferometry, VLBI).

Diversi metodi sono stati sviluppati per generare le immagini dai dati del progetto EHT: eht-imaging, SMILI, DMC e Themis, che sono stati aggiunti al classico metodo CLEAN, usato tramite il software DIFMAP. L’immagine (Cortesia S. Jorstad, M. Wielgus, et al., Apj, 2023) mostra i risultati delle osservazioni del quasar NRAO 530 prodotti usando i vari metodi.

Un team di ricercatori che include quelli della collaborazione EHT ha usato il quasar NRAO 530 nell’aprile 2017 per calibrare i radiotelescopi del progetto perché si tratta di un oggetto già conosciuto da tempo e studiato con diversi strumenti. Si potrebbe dire che questo risultato è un sottoprodotto del processo che ha portato all’immagine storica di M87 e successivamente a quella di Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea. Tuttavia, anche NRAO 530 è un oggetto di studio interessante e la sua osservazione ha fornito informazioni utili agli astronomi.

Nonostante la distanza, l’EHT ha catturato dettagli mai visti prima del quasar NRAO 530. Varie strutture rilevate nella sua regione centrale, chiamata in gergo radio core, non erano mai state viste e sono utili per capire meglio i processi in atto. Le immagini rivelano anche un getto di particelle espulse a velocità vicine a quelle della luce che si estende per circa 1,7 anni luce con sotto-strutture che indicano la presenza di un campo magnetico elicoidale lungo il getto.

Il quasar NRAO 530 è noto anche come fonte di raggi gamma e gli astronomi sono interessati a capire come quei fotoni ad altissima energia e le caratteristiche del getto relativistico cambino nel tempo. In sostanza, NRAO 530 è stato osservato nel 2017 nella fase di calibrazione del progetto EHT ma gli scienziati della collaborazione EHT intendono condurre nuove osservazioni per ottenere ulteriori informazioni sui processi in atto in quell’ambiente estremo.

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