Asteroidi

Rappresentazione artistica di 'Oumuamua e delle sue emissioni (Immagine ESA/Hubble, NASA, ESO, M. Kornmesser)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” descrive una ricerca sull’asteroide interstellare 1I/2017 U1 ‘Oumuamua i cui autori ritengono che dopotutto si tratti di una cometa come avevano pensato inizialmente i suoi scopritori. Un team di ricercatori guidato da Marco Micheli del Coordination Centre ESA SSA-NEO di Frascati ha usato osservazioni effettuate con il telescopio spaziale Hubble e vari telescopi al suolo per seguire la traiettoria di ‘Oumuamua scoprendo che era diversa da quella calcolata tenendo conto delle varie influenze gravitazionali. La conclusione è che c’è un’attività cometaria che genera una spinta aggiuntiva.

L'asteroide Ryugu

L’agenzia spaziale giapponese JAXA ha confermato che la sonda spaziale Hayabusa 2 ha raggiunto l’asteroide Ryugu. Si trova ora a un’altitudine di circa 20 chilometri e da lì comincerà una serie di osservazioni della superficie allo scopo di trovare il punto più adatto per atterrarvi. Quella manovrà avverrà nell’ottobre 2018 in una data che dev’essere ancora determinata.

2015 BZ509 (Immagine cortesia C. Veillet / Large Binocular Telescope Observatory)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society: Letters” riporta la scoperta di un asteroide in un’orbita vicina a quella di Giove che però ha un moto retrogrado, cioè si muove nella direzione opposta dei pianeti e della maggioranza dei corpi celesti del sistema solare. Catalogato come 2015 BZ509, è stato scoperto nel 2014 e l’analisi della sua orbita con una serie di simulazioni ha portato alla conclusione che è arrivato da un altro sistema solare.

Rappresentazione artistica di 2004 EW95 (Immagine ESO/M. Kornmesser)

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” descrive lo studio di un asteroide catalogato come 2004 EW95 che ha confermato di avere caratteristiche anomale, essendo il primo nella fascia di Kuiper a mostrare un notevole contenuto di carbonio. Un team di astronomi ha utilizzato il VLT dell’ESO per studiare un asteroide che probabilmente si è formato nella fascia tra Giove e Marte per poi essere spinto verso l’esterno del sistema solare.

Il cielo di Gaia nella DR2 (Immagine ESA/Gaia/DPAC)

L’ESA ha pubblicato la seconda mappa tridimensionale del cielo che include la Via Lattea e le galassie vicine ottenuta dalla sonda spaziale Gaia, la più dettagliata di questo tipo mai prodotta. Questo catalogo, costruito grazie a quello che è stato chiamato Data Release 2 (DR2), amplia notevolmente la prima mappa rilasciata dall’ESA nel settembre 2016.

La sonda spaziale Gaia è stata lanciata il 19 dicembre 2013 con lo scopo di creare una mappa tridimensione di grande precisione delle stelle della Via Lattea ma anche di catalogare miliardi di altri oggetti celesti, non solo stelle ma anche galassie. Gaia aveva cominciato la sua attività scientifica nel luglio 2014, la prima mappa includeva i dati raccolti fino al settembre 2015, la DR2 include i successivi 8 mesi di osservazioni.