Una mappa del clima sull’esopianeta 55 Cancri e

Le variazioni di luminosità sul pianeta  55 Cancri e (Immagine NASA/JPL-Caltech/University of Cambridge)
Le variazioni di luminosità sul pianeta 55 Cancri e (Immagine NASA/JPL-Caltech/University of Cambridge)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” descrive una ricerca che ha permesso di mappare il clima sull’esopianeta 55 Cancri e. Si tratta di un pianeta già ben conosciuto per i tanti studi effettuati negli ultimi anni, in questo caso il telescopio spaziale Spitzer è stato utilizzato per cercare di farsi un’idea migliore delle temperature esistenti sulla superficie di questa super-Terra. Esse possono raggiungere livelli estremi, stimati tra i 1.400 e i 2.700 Kelvin.

Poche settimane fa, era stata pubblicata una ricerca si era focalizzata sull’atmosfera dell’esopianeta 55 Cancri e, stavolta un team di astronomi dell’Università britannica di Cambridge guidati da Brice Olivier Demory ha mappato i cambiamenti delle condizioni sulla sua superficie nel corso di un’orbita. Si tratta della prima volta che uno studio del genere viene effettuato su un pianeta roccioso.

Il pianeta 55 Cancri e è molto vicino alla sua stella perciò il suo anno dura solo 18 ore. A causa di questa vicinanza mostra sempre la stessa faccia alla stella, proprio come la Luna alla Terra. La conseguenza è che la faccia dove fa sempre giorno subisce l’intenso calore proveniente dalla stella mentre la faccia dove fa sempre notte è molto meno calda.

Il telescopio spaziale Spitzer ha osservato il pianeta 55 Cancri e per un totale di 80 ore, equivalenti a oltre quattro anni locali. In questo modo il team ha potuto osservare le sue fasi, analoghe a quelle della Luna viste dalla Terra. I dati ottenuti hanno permesso di mappare i cambiamenti della temperatura sulla sua superficie rilevando una differenza di ben 1.300 Kelvin tra una faccia e l’altra.

Una differenza così marcata indica che il calore non viene distribuito nelle diverse aree del pianeta 55 Cancri e. Ciò fa pensare che l’atmosfera sia molto rarefatta o assente, un’idea che va contro quella derivante da precedenti ricerche. Potrebbe invece essere confermata l’ipotesi che sul lato del pianeta rivolto verso la sua stella la superficie sia coperta di lava. Sul lato opposto la lava potrebbe essersi solidificata impedendo una diffusione del calore.

I progressi nelle scoperte sul pianeta 55 Cancri e, a volte con apparenti contraddizioni, continuano con l’accumulo di dati raccolti da diversi telescopi e delle esperienze dei ricercatori. Nel frattempo, l’IAU (International Astronomical Union) l’ha ufficialmente chiamato Janssen in onore del pioniere dei telescopi Zacharias Janssen. Sicuramente sentiremo parlare ancora di questo esopianeta.

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