È un successo il lancio del satellite ICESat-2 per studiare le calotte polari e altro ancora

ICESat-2 al decollo su un razzo vettore Delta II (Immagine NASA TV)
ICESat-2 al decollo su un razzo vettore Delta II (Immagine NASA TV)

Poco fa il satellite ICESat-2 della NASA è partito su un razzo vettore Delta II 7420-10C dalla base di Vandenberg. Dopo quasi 55 minuti si è separato con successo dall’ultimo stadio del razzo ed è entrato nella sua orbita quasi polare e quasi circolare a un’altitudine di 496 chilometri, da dove studierà i ghiacciai ma anche il resto del territorio.

La missione ICESat-2 (Ice, Cloud, and land Elevation Satellite 2) è un seguito della missione ICESat, iniziata nel 2003 e terminata nel 2010, quando il satellite è stato fatto rientrare nell’atmosfera terrestre con la conseguente disintegrazione dopo che l’ultimo dei tre laser del suo strumento si era guastato nel 2009 e i tentativi di riattivarlo fallirono. Il satellite ICESat aveva a bordo lo strumento Geoscience Laser Altimeter System (GLAS), ICESat-2 ha una versione più sofisticata e si spera di maggior durata chiamata Advanced Topographic Laser Altimeter System (ATLAS).

Lo strumento ATLAS permetterà tramite l’emissione di 10.000 impulsi laser al secondo di misurare l’altezza dei ghiacciai, del ghiaccio sul mare e della vegetazione grazie alla possibilità di misurare con estrema precisione il tempo che quegli impulsi impiegheranno a tornare al satellite. Solo una piccola parte dei fotoni emessi tornerà indietro ma sarà sufficiente per effettuare le misurazioni.

La copertura globale da parte del satellite ICESat-2 permetterà di aggiungere altre informazioni sul territorio e sui cambiamenti dovuti ai cambiamenti climatici, ad attività umane o a calamità naturali. La sua precisione molto superiore a quella del predecessore ICESat contribuirà a tenere sotto controllo il territorio assieme ad altri satelliti.

Nel corso della fase di test verrà verificato il funzionamento del sistema GPS che consente al satellite ICESat-2 di conoscere con precisione la sua posizione nello spazio e il sistema che ne controlla l’orientamento nello spazio e gli permette di compiere correttamente il suo lavoro.

In quello che è stato il lancio finale di un razzo Delta II sono stati messi in orbita anche i due nanosatelliti gemelli ELFIN (Electron Losses and Fields Investigation), che avranno lo scopo di studiare uno dei processi che permette agli elettroni carichi di energia di sfuggire alle fasce di van Allen e di raggiungere la Terra. Si tratta di nanosatelliti di classe CubeSat, con tre unità cubiche di 10 cm di lato ciascuna. Insomma, un’ultima missione di grandi contenuti scientifici.

ICESat-2 durante la fase di test (Foto cortesia USAF 30th Space Wing/Timothy Trenkle)
ICESat-2 durante la fase di test (Foto cortesia USAF 30th Space Wing/Timothy Trenkle)

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