L’interno del nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko è poroso

Schema del lavoro dello strumento CONSERT
Un articolo pubblicato sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” riporta uno studio che indica che l’interno del nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko è poroso e meno denso della sua superficie. Un team di ricercatori ha riesaminato dati raccolti dallo strumento CONSERT della sonda spaziale Rosetta dell’ESA e del suo lander Philae. I segnali scambiati tra di essi attraverso il nucleo cometario si sono propagati a diverse velocità, indicando una densità variabile del suo interno. Ciò suggerisce che le radiazioni solari abbiano modificato la superficie, rendendola meno porosa.

La missione della sonda spaziale Rosetta è terminata il 30 settembre 2016 con un atterraggio sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko che ne aveva causato la distruzione. L’enorme mole di dati raccolti nel corso del tempo ha continuato a essere esaminata e ci sono anche quelli raccolti dal lander Philae, che era stato costruito proprio per atterrare sulla cometa ma era letteralmente rimbalzato sulla sua superficie ed era rimasto operativo solo per poco più di due giorni. Nonostante il limitato successo, Philae ha permesso di ottenere dati molto utili sulla cometa.

Uno degli strumenti della missione era CONSERT (Comet Nucleus Sounding Experiment by Radio wave Transmission), un radar con due antenne, una su Rosetta e una su Philae. Lo scambio di segnali radio a 90 MHz ha permesso di sondare l’interno della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. La successiva creazione di modelli tridimensionali precisi del nucleo hanno permesso di analizzare i dati raccolti da CONSERT per ottenere indicazioni sulla sua porosità e composizione.

L’immagine (ESA/Rosetta/Philae/CONSERT) mostra in alto un grafico con i segnali che collegano lo strumento CONSERT del lander Philae a quello della sonda spaziale Rosetta. Il grafico è a ventaglio a causa dei movimenti di Rosetta nella sua orbita mentre i colori indicano i diversi percorsi del segnale con i cambiamenti dell’orbita. In basso i dettagli dei segnali mentre si propagano all’interno del nucleo da Philae ai punti in cui lasciano la cometa per raggiungere Rosetta. I percorsi sono proiettati sulla superficie e quindi risultano curvi nell’immagine. I colori indicano la profondità dei percorsi dal blu che indica quella minore al rosso che indica quella maggiore, dove i segnali hanno superato i 100 metri di profondità.

Ci sono discussioni sull’interpretazione di questi risultati ma Wlodek Kofman, uno degli autori principali di questo studio, crede che suggeriscano che l’interno della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko meno denso abbia mantenuto la sua natura immacolata originale. Invece, la superficie è stata modificata dalle radiazioni solari.

La straordinaria missione Rosetta continua a offrire spunti per la ricerca sulle comete. Questi oggetti sono forse i più primitivi esistenti nel sistema solare e offrono informazioni sulla sua formazione. Trasportano vari composti chimici, anche organici, che probabilmente hanno sparso in giro, raggiungendo anche la Terra.

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