November 2022

Arp-Madore 417-391, o semplicemente AM 417-391, assieme ad altre galassie e stelle

Un’immagine catturata dallo strumento ACS del telescopio spaziale Hubble mostra Arp-Madore 417-391, o semplicemente AM 417-391, una coppia di galassie che si stanno fondendo. Fa parte del catalogo Arp-Madore, che raccoglie galassie particolarmente peculiari nel cielo meridionale. Esso include coppie di galassie interagenti a livelli che possono arrivare a una fusione proprio come AM 417-391.

Lo strumento Advanced Camera for Surveys (ACS) è ottimizzato per la caccia a galassie e ammassi galattici nell’universo antico. La coppia AM 417-391 è lontana “solamente” 670 milioni di anni luce e rappresenta un eccellente oggetto di studio per gli astronomi interessati alle fusioni galattiche.

L'ammasso galattico Abell 2744, soprannominato Ammasso di Pandora, con al centro due riquadri che mostrano le galassie GLASS-z10 (1) e GLASS-z12 (2)

Due articoli pubblicati sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” riportano i risultati dell’analisi di osservazioni dell’ammasso galattico Abell 2744 e dell’area circostante con il telescopio spaziale James Webb. Due team di ricercatori guidati rispettivamente da Marco Castellano dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) di Roma e da Rohan Naidu dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics del MIT hanno esaminato in particolare due galassie lontanissime. La galassia chiamata GLASS-z12 dal secondo team potrebbe essere la più antica identificata finora perché secondo le stime risale a 350 milioni di anni dopo il Big Bang. L’altra galassia, chiamata GLASS-z10, secondo le stime risale a 450 milioni di anni dopo il Big Bang.

La navicella spaziale Orion decolla sull'SLS per iniziare la missione Artemis I (Foto NASA/Joel Kowsky)

Poco fa la navicella spaziale Orion della NASA si è separata dall’ultimo stadio, chiamato ICPS (Interim Cryogenic Propulsion Stage), dell’SLS (Space Launch System), che era decollato quasi due ore prima dal Kennedy Space Center. La Orion si è immessa sulla traiettoria che la porterà nell’orbita lunare per compiere la sua missione di circa 25 giorni. Si tratta del primo lancio per l’SLS e per la Orion nella sua configurazione completa. L’ICPS ha anche la missione secondaria di mettere in orbita alcuni nanosatelliti di classe CubeSat.

La stella divorata nell'evento AT 2020neh (Immagine NASA, ESA, Ryan Foley/UC Santa Cruz)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Astronomy” riporta uno studio su un cosiddetto evento di distruzione mareale, la distruzione di una stella da parte di un buco nero, in questo caso un candidato buco nero di massa intermedia. Un team di ricercatori ha catalogato l’evento come AT 2020neh e l’ha studiato usando il telescopio spaziale Hubble dopo la sua scoperta, avvenuta grazie allo Young Supernova Experiment (YSE), un’indagine condotta usando i telescopi Pan-STARRS. Buchi neri di massa intermedia sono rari, almeno per quanto ne sappiamo oggi, perciò ogni candidato scoperto può offrire nuove informazioni, anche sulla possibilità che si tratti di precursori di buchi neri supermassicci.

La Nebulosa Cono vista dallo strumento FORS2 del VLT (Immagine ESO)

L’ESO ha pubblicato un’immagine della Nebulosa Cono catturata usando lo strumento FOcal Reducer and low dispersion Spectrograph 2 (FORS2) montato sul Very Large Telescope (VLT) come parte delle celebrazioni del 60° anniversario della creazione di quest’organizzazione per la ricerca astronomica. La convenzione per la creazione dello European Southern Observatory venne firmata il 5 ottobre 1962 e ha portato alla costruzione di telescopi all’avanguardia, anche in collaborazione con altre organizzazioni. 60 anni di astronomia vengono celebrati anche con una campagnia di osservazioni che tra le altre cose ha catturato l’immagine della Nebulosa Cono.