Un articolo in pubblicazione sulla rivista “The Astrophysical Journal” descrive una ricerca sull’età del sistema di TRAPPIST-1. Questa stella nana ultra-fredda è diventata sempre più celebre grazie ai risultati delle ricerche sui pianeti che orbitano attorno ad essa. Uno dei problemi era stabilire la sua età e ora l’astronomo Adam Burgasser dell’Università della California a San Diego ed Eric Mamajek del JPL della NASA ne hanno fornito una stima tra 5,4 e 9,8 miliardi di anni.
La conferma di ben 7 pianeti rocciosi orbitanti attorno alla stella TRAPPIST-1, annunciata dalla NASA nel febbraio 2017, aveva suscitato entusiasmo perché si tratta di un sistema molto compatto in cui tutti i pianeti hanno una posizione tale che almeno in qualche regione sulla loro superficie potrebbe esserci acqua liquida. Tuttavia, c’erano ancora molte domande riguardanti quel sistema e una di quelle riguardava la sua età, un dato importante per capire che livello di evoluzione possa aver raggiunto.
Il problema è dato dal fatto che la stella TRAPPIST-1 è molto piccola e consuma il suo idrogeno davvero molto lentamente perciò cambiamenti sostanziali misurabili nelle analisi spettroscopiche richiedono molti miliardi di anni. Gli scienziati che hanno studiato quel sistema credono che essa abbia almeno mezzo miliardo di anni perché quello è il tempo che una stella di quella massa impiega a contrarsi fino a raggiungere il volume attuale. Purtroppo, si trattava di un’informazione troppo vaga ma ora una nuova ricerca ha fornito una stima dell’età di TRAPPIST-1, seppure ancora approssimativa.
Adam Burgasser ed Eric Mamajek hanno raccolto vari dati che potevano fornire un’idea dell’età del sistema di TRAPPIST-1. Le stelle si muovono nella loro orbita attorno al centro della galassia a una velocità che può fornire un’indicazione perché le stelle più veloci tendono a essere più antiche. Altre informazioni sono arrivate dalla composizione chimica dell’atmosfera di TRAPPIST-1 e dalla quantità di eruzioni emesse dalla stella nel periodo in cui è stata osservata.
Il problema delle eruzioni è stato studiato non solo riguardo a TRAPPIST-1 ma anche per le nane rosse perché queste stelle sono piccole ma sono molto attive quando sono giovani, investendo i pianeti che orbitano attorno ad esse con radiazioni ad alta energia. I pianeti con un campo magnetico hanno uno scudo che fornisce qualche protezione, per gli altri l’eventuale atmosfera sarebbe davvero vulnerabile e verrebbe portata via da quelle tempeste.
Se il sistema di TRAPPIST-1 ha almeno 5,4 miliardi di anni vuole dire che non solo è più vecchio del sistema solare ma che dovrebbe aver superato la fase più attiva della sua stella. Le informazioni raccolte sui suoi pianeti indicano che hanno una densità inferiore a quella della Terra perciò potrebbero contenere quantità maggiori di composti volatili come l’acqua, che nell’atmosfera può anch’essa fornire una certa protezione contro le tempeste della propria stella.
È difficile stabilire quale sia la reale situazione sui pianeti del sistema di TRAPPIST-1 perché le informazioni su di essi sono ancora limitate. Le condizioni potrebbero essere molto diverse a causa di diverse combinazioni di fattori che oltre alla distanza dalla stella includono la presenza di un’atmosfera e in quel caso la sua composizione, la presenza di acqua liquida in mari e altro ancora.
In sostanza, nel sistema di TRAPPIST-1 potrebbe esserci l’equivalente della Terra ma anche quelli di Venere e Marte. I primi pianeti di quel sistema sono stati scoperti meno di due anni fa perciò il loro studio è ancora agli inizi. C’è grande entusiasmo perché si tratta di un eccellente esempio per lo studio di un sistema solare perciò molti ricercatori sono interessati a osservarlo con i telescopi spaziali Hubble e Spitzer. In futuro, nuovi strumenti potranno fornire informazioni ancor più dettagliate perciò possiamo aspettarci ancora molte novità.
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